alici

Ho partecipato ad un concorso che ha per tema lo Street Food ovvero tutto il cibo che, per tradizione, veniva venduto e degustato strada facendo.

L’idea che muove il contest è però quella della reinterpretazione. Bando a castagnacci e focacce così come ce li ricordiamo, ma largo a una loro rivisitazione in chiave moderna.

Tenendo conto anche del fatto che oggi per Street Food possono essere annoverati anche gli aperitivi – soprattutto quelli impertrofici da pre-cinema.

Tuttavia la questione che mi premeva sondare era quella relativa alla tipicità. Io non concosco il panino col lampredotto, nè la pizza bianca romana, quindi era assolutamente fuori luogo che mi cimentassi in preparazioni – anzi peggio, in originali rimaneggimaneti – di cose che non ho mai assaggiato. Milano è tra l’altro una citta freddina per molti mesi all’anno, non è stato mai pensabile ad un cibo da strada come la pizza o gli arancini da degustare mentre si fa su e giù per il lungomare. A Milano anche il cibo da strada si consuma/ava al chiuso per molti mesi l’anno. La differenza con ciò che propone il ristorante, la fa la velocità di preparazione (molti sono addirirttura già confezionati con largo anticipo) e il fatto che si mangia in piedi al bancone.

Ho dovuto quindi chiedere a mia mamma di darmi una mano perchè si sà, con la globalizzazione, oggi, a Milano si trova sia il Kebab che il panzerotto.

Cosa era considerato cibo da strada, fino a non molti anni fa, nella ridente landa lombarda?

Lei mi parla di alborelle fritte, castagnaccio e la michetta con il salame di Varzi o cacciatore, da bere, rigorosamente, con un bicer de vin. Queste erano merende o colazioni che si consumavano nei vecchi trani milanesi – ovvero osterie alla buona dove si vendeva vino, quello da taglio, prevalentemente pugliese – o, per certi altri prodotti “più gentili”, nelle latterie. Nei trani ci capitavano la mattina presto i muratori e operai che avevano bisogno di un sostanzioso sprint per iniziare la giornata (altro che fiocchi d’avena con il latte!); nelle latterie ci finivano le mamme con i bambini un pò più tardi. Sia i trani che le latterie oggi sono pressochè scomparse e hanno lasciato il posto a locali (ma una volta non si chiamavano bar?) molto alla moda ,che propinano una rassegna multicolor e multietinica dei cibi da strada.

Io ho voluto rifarmi alla tradizione, con del pesce fritto, appetitosissimo, ma presentato in comodi spiedini e accompagnato da qualcosa che lo rendesse ancora più stuzzicante. Insomma se non per andare a spasso, è una pietanza ideale per un buffet in piedi o un aperitivo sul terrazzo 🙂

E’ chiaro che in tutto questo non ho potuto non tener conto del vino al quale andava accompagnato, Malterreno Quota 101: i Colli Euganei sono la sua terra, le uve sono quelle di Tocai e Garganega, raccolte  a fine estate quando il sole le ha rese ben mature. Il suo colore e di un giallo caldo e luminoso, il sui profumi sono fruttati, al naso emerge una certa aromaticità data dal melone e dalla pesca bianca, mentre in bocca è morbido con una buona persistenza, piacevolmente sapido.

alici spiedini

Ricetta

Spiedini di alici con crochè a gomitolo e mozzarelline croccanti

Ingredienti

Per le alici

  • Alici, 300 gr
  • Prezzemolo
  • Aglio
  • Pangrattato fine
  • Olio Evo per friggere, q.b.
  • Sale Pepe

Per le crocchè a gomitolo

  • Patate, 500 gr + 2 (crude)
  • Scamorza affumicata, 250 gr
  • Uova, 2 + 1 albume
  • Parmigiano, 2 cucchiai
  • Prezzemolo, 3/4 foglie tritate
  • Sale, pepe, noce moscata

Per le mozzarelle croccanti

  • Bocconcini di fior di latte, i più piccoli che trovate (una ventina) o piccole scamorzine tonde
  • Pangrattato
  • Uovo, 2
  • Farina bianca, q.b.
  • Olio per friggere

Per la salsa agro-dolce-piccante

  • Pomodori pelati, 150 gr
  • Paprika forte,
  • Zucchero,1 cucchiaino
  • Aceto, 1 cucchiaio
  • Olio EVO 1 cucchiaio
  • Sale
  • Aglio, 1 dente

Crocchè: lessate le patate con la buccia in acqua salata. Pelatele e schiacciatele con lo schiacciapatate. Fate intiepidire poi aggiungete le uova, il parmigiano, pepe e poco di prezzemolo tritatato grossolanamente. Prendete un pò di impasto (circa un cucchiaio) e inserite nel mezzo un pezzettino di scamorza affumicata. Chiudete e formate una pallina. Ora pelate le patate crude con un riga-limoni o l‘apposito strumento, indi realizzate degli “spaghetti” di patata. Avvolgeteli intorno alla crocchetta come un gomitolo utilizzando, nel caso, un pò di albume leggermente sbattuto per incollare gli spaghetti di patata. Friggete in abbondante olio di semi. Salate.

Mozzarelle: sbattete le 2 uova. Prendete le mozzarelline che avrete scolato e asciugato con della carta, rotolatele nella farina bianca, nell’uovo e infine nel pangrattato. Friggete e salate.

Alici: nettate le alici conditele con prezzemolo tritato e aglio, richiudetele impanatele nel pangrattato e friggetele in abbondante olio caldo. Salate e pepate.

Salsa d’accompagnamento: soffriggete in una piccola padella l’aglio in poco olio aggiungete i pelati tagliati a pezzetti e fate cuocere fino a quando non si sarà ben ridotto. Unite l’aceto la paprika e lo zucchero. Sale e pepe

›N.B. potete preparare la salsa prima, le alici, le mozzarelline e le patate invece dovrebbero essere fritte una via l’altra. Man mano che friggete tenete al caldo le pietanza in forno a 80°