marmellate
Ecco, prima che mi dimentichi, le vacanze. Perchè è vero, aspetti l’estate tutto l’anno, poi all’improvviso, eccola qua.

Io quest’estate sono andata a Malta; un paio di settimane, giusto per rintemprarmi un po’e prendere una significativa botta di caldo e sole prima di tornare a rinchiudermi nel mio umido eremo lomellino.

Malta non mi ha fatto impazzire. A parte le solite seccature come qualche ritardo aereo, la stanza del residence momentaneamente inagibile e un paio di visite dal dentista (a Malta ce ne sono di piuttosto bravi e tutto sommato economici, sappiatelo), l’isola ha un che di profondamente caotico, disordinato e sordidamente fanè. Ci sono sicuramente degli scorci di grande suggestione, ma sono pochi in percentuale alla colata cementifera che è stata rovesciata lungo la costa, rovinandola. Questa è infatti un lungo e ininterrotto susseguirsi di case, residence, costruzioni di vario genere per lo più brutte e decadenti.

Le città invece si distinguono per avere una loro spiccata personalità. La Valletta è bella, verde a tratti anche grandiosa, il che è abbastanza singolare in un isola tutto sommato piccola. Poi c’è la cattedrale di San Giovanni – quella che il mio bambino chiama la casa del signor Giovanni – barocchissima e che conserva una celebre tela del Caravaggio. Se passate di qui andateci.

Come da non perdere è il museo ipogeo Hal Saflieni, il tempio (con necropoli) sotterraneo più antico al mondo. Di tutta sta bellezza ne parlo per sentito dire: mio marito si è calato a qualche metro di profondità sotto il livello del suolo; io ho preferito fare la visita dal dentista. Ma per gli appassionati del genere horror è decisamente il posto giusto, sebbene la collocazione sia involontariamente fantasiosa: in pieno centro cittadino tra un semaforo e il fornaio.

Mdina è l’altra città che merita una visita, anche se sconsiglio di passeggiare per il centro alle due del pomeriggio come è abitudine della sottoscritta.

L’amante della spiaggia invece potrebbe rimanere deluso: sabbia poca, superaffollata e vagamente riminense per il sovraccarico di strutture ricettive. Si salvano le coste ad insenatura rocciosa, ma decisamente inadatte a chi tiene famiglia con pargoli al seguito. Onestamente questo è quanto ho da dire sull’isola.

malta

Io personalmente mi sono data al trekking sotto il sole, a qualche bagno in un mare decisamente bello e davvero caldissimo, ad accuratissime letture dell’unico quotidiano italiano che riusciva ad arrivare nello spaccio sotto il residence e alla raccolta di frutti selvatici o quasi. Non so, effettivamente, se i fichi maturi e dolcissimi che ho raccolto avessero un proprietario o meno. La scorta è stata fatta.

E nonostante l’indolenza che ha contraddistinto le mie vacanze non mi sono chiaramente sfuggire gli aspetti gastronomici della situescion.

malta

Malta è di fatto una colonia estiva inglese e questo basterebbe ad esaurire l’argomento cucina. Tuttavia sarebbe ingiusto liquidare così la questione, anche se posso dirvi che la pervasività di un turismo inglese davvero low profile è abbastanza sconfortante. La richiesta alimentare degli anglosassoni (cosa che ho potuto notare anche in alcune zone della Spagna) non si discosta mai molto da quella che è l’offerta basic  propinata nella loro terra d’origine: fish & chips, onnipresenti english breakfast con preoccupanti salsiccie rosa radioattivo, gelati sintetici (anche quelli che urlano a squarciagola “gelateriasicilianaaaa“), birrerie che manco a Kilkenny, enormi piatti di pasta scotta alla Lilli e il vagabondo, dounuts sapientemente invecchiati, hamburger monolitici, torrenti di patatine fritte, mangiatoie pseudoitaliane per turisti cecati ecc…


Tutto ciò non è solo avvilente ma anche insultante. Malta ha una cucina tradizionale di tutto rispetto, che risente molto delle contaminazioni dei paesi che gli stanno attorno (e sono davvero tanti), in primis la Sicilia. Ha soprattutto – se si sa dove andare – una cucina di pesce entusiasmante, più che altro per il lignaggio della materia prima.

Insomma i ristoranti interessanti, molti dei quali gestiti da siciliani d’importazione, ci sono. Però bisogna cercarli e con non poco impegno. In ogni caso vi fornisco una dritta piuttosto collaudata e quasi infallibile (quel “quasi” è ovviamente politically correct, nulla di più): se non vedete al tavolo molti inglesi il ristorante potrebbe riservarvi piacevoli sorprese.

mdinaSe invece volete girovagare per l’isola senza meta e senza farvi pettinare dalle mangiatoie per turisti di cui sopra, il più saggio consiglio che possa darvi è quello di munirvi di saccoccia e riempirla di una deliziosa ed economica specialità del posto: i pastizzi. I pastizzi sono dei deliziosi scrigni di sfogliatella con ripieno salato a base di ricotta e piselli. In alcuni casi si possono trovare abbinamenti più audaci…ma io mi son sempre fermata all’ovvio senza pentirmene. Con circa 2/3 euro si fa pasto e si è regalato al palato una piccola e leggera delizia.

malta
Tornando invece alle mie attività extravacanziere data la natura generosa e la conseguente abbondanza di frutti estivi mi son data alle marmellate. Un coupe de foudre che non si è limitato al soggiorno maltese ma è continuato una volta tornata all’ovile. Ma di questo ne parlerò nel prossimo capitolo.

 

 

Soresina 2012

 

 

soresina

Poi, di ritorno da Malta con zero souvenir di un qualche senso (frustrantissima cosa) ci siamo fermati a casa per assaporare la comodità delle cose famigliari e siamo poi ripartiti (bè, 70 km sono un viaggio…) per Soresina a trovare dei vecchi zii. Soresina è nota per la latteria che produce un ottimo burro (quello nella latta eh…) e un ottimo Auriccho stravecchio.

soresina

Tra una stalla e un orto mi sono talmente calata nella veste di contadina che ogni mattina, con il lembo del grembiulino che faceva da sporta, andavo per orti e campi a far man bassa di pesche, more, ancora fichi e fragole (si fragole! e pure di un’interessantissima qualità che ricordava molto quelle di bosco). Questa che riporto è la ricetta della marmellata di pesche anche se è possibile riportarla a tutti gli altri frutti citati.

Marmellata di pesche

ricetta

Ingredienti

  • Pesche, 1 kg già nettate
  • Zucchero, 500 gr
  • Limone non trattato, 1
  • Bacca di una vaniglia
  • Sale, un pizzico (solo in quella di fragole)

Esecuzione

Nettate le pesche poi pesatele. Sono un kg? bene. Tagliatele in 6 (io le ho tagliate a metà poichè erano proprio mignon) e mettettele in una grande ciotola e poi distribuiteci sopra lo zucchero semolato la vaniglia e il succo del limone e il limone spremuto che lascerete insieme alla frutta. Mescolate, coprite con pellicola e riponete in frigo per tutta la notte (12 ore circa).

Prelevate il tutto (compreso il succo che la frutta avrà cavato) e travasatelo in una pentola dal fondo spesso su fuoco dolce. Fate cuocere la marmellata per 30/40 minuti (dipende dal grado di maturazione della frutta)girando di tanto in tanto. La frutta si sfalderà da sola, ma se volete una texture uniforme passate tutto nel passaverdura, io non lo faccio. Travasate la marmellata ancora calda in vasi precedentemente sterilizzati (20 minuti dal bollore) e poi disponeteli a testa in giù in una pentola per la pastorizzazione (ancora 20 minuti minimo dal bollore) . Lasciate raffreddare nell’acqua e poi riponete in luogo buio fino al consumo. Una volta aperto il vaso conservare in frigorifero.

N.B. meno si fa cuocere la marmellata più il suo gusto si manterrà fragrante.