galaktoboureko pic (1 of 1)

Ho passato anni a leggere, facevo solo quello. Poi a viaggiare. Ma non potevo fare solo quello, sicchè intervallavo con altre monoattività. Poi c’è stato il periodo in cui costruivo solo case, quello in cui scrivevo e successivamente quello in cui lavoravo e basta.

Manco a dirlo, c’è stato il periodo in cui cucinavo. Poi cucinavo e fotografavo. E basta.

Ora sono tornata a leggere. Ho una pila alta come la torre di Pisa (anche un pò storta) sul comodino.

Invece cucino poco e anche le poche cose interessanti che preparo dimentico spesso di fotografarle.

Un recente e favoloso agnello alle prugne con il cous cous è finito nei nostri stomaci prima che l’obiettivo ne immortalsse la succulenta bontà.

E’ anche vero che, ultimamente, ho intrapreso una linea alimentare piuttosto ascetica. Ciò per uno scopo ben preciso, ed è probabile che produrrà qualcosa di cui vi parlerò tra un po’.

Sempre che riesca a rientrare nel novero di quelle appassionanti monoattività di cui sopra.

E nel mio affannoso girovagare in cerca di qualcosa che mi facesse tornare l’appetito, che non fosse troppo scontato, ma che non fosse nemmeno troppo difficile (perchè l’imperativo categorico dell’ultimo anno è “poca spesa massima resa”) e che fosse bello, ma anche insolito, con una foggia curiosa che suggerisce ma non rivela, uno scrigno direi…magari un po’ esotico, carico di sapori inusitati, ma non troppo invadenti, con una consistenza a metà tra il croccante e fondente…insomma, una missione impossibile…ecco che mi imbatto in  una cosa ad altissimo tasso di soddisfazione. Altissimo.

E’ il galaktoboureko uno scioglilingia e dolce greco-cipriota che in tutti questi anni, e cinque viaggi in Grecia, mi era letteralmente sfuggito.

Il che è assai strano, dato che, per struttura, assomiglia moltissimo a uno dei dolci da me preferiti: la sfogliatella riccia.

Esterno croccante e interno umido e denso (e – un piccolo inciso sulle sfogliatelle – preferisco quelle di Pintauro a quelle di Attanasio, proprio perché amo la ferma densità che solo quelle di sola semola conferiscono al ripieno).

La ricetta è davvero molto semplice, se siete proprio storditi in cucina vi ci vorranno 15 minuti invece di 10. Tutto qui.

Un suggerimento: tenete sempre un rotolo di pasta fillo e un pò di semolino in casa. E’ davvero il dolce dell’ultimo momento.

Ricetta

Ingredienti

Per il ripieno
  • Latte, 1 lt
  • Semolino, 150 g
  • Zucchero, 90 g
  • Burro, 40 g
  • Uova, 5
  • Bacca di vaniglia, 1
  • Limone non trattato, le zeste di 1
Per lo sciroppo
  • Zucchero, 250 g 
  • Acqua, 125 ml
  • Miele, 50 grammi
  • Limone, le zeste di 1
  • Cannella, essenza o 1 cucchiaino raso

Inoltre:

  • Pasta fillo, 1 confezione (ci sono circa 15 fogli)
  • Burro, 150 g

Preparate per prima cosa lo sciroppo (anche il giorno prima) versando in una casseruola tutti gli ingredienti e facendo sciogliere a fuoco moderato lo zucchero. Fate raffreddare lo sciroppo e poi filtratelo con un colino a maglie fitte.

Preparate ora la crema: sbattete le uova con lo zucchero, unite la buccia del limone grattugiata e i semi di una bacca di vaniglia. Versate questo composto  in una casseruola in cui avrete aggiunto tutto il latte poi versate il semolino.

Fate cuocere a fuoco moderato fino a quando la “polentina” non si gonfia e raddensa senza che diventi eccessivamente dura. Spegni il fuoco aggiungete il burro e fate intiepidire.

Procuratevi una teglia leggermente più piccola del foglio di pasta fillo. Spennellate con abbondante burro fuso il fondo della teglia. Poi prendete un foglio di pasta fillo e spennellalo con burro fuso (solo il verso che guarda in alto), dunque adagialo sul fondo della teglia. Procedete così, impilando 5/6 fogli.

A questo punto versate la crema di semolino, livellatela con una spatola, poi procedete a impilare i restanti fogli di fillo, sempre generosamente imburrati con un pennello.

Il mio suggerimento è quello di imburrare i fogli su un piano di lavoro e poi sovrapporli, uno a uno, e già imburrati, sul dolce senza fare eccessiva pressione. In questo modo l’effetto crock è accentuato.

Una volta sovrappost i fogli, premete i bordi per unirli,  incidete con un coltello molto affilato la superficie del dolce in modo da creare le varie porzioni. Non incidete troppo a fondo ma fermatevi ai primi 2/3 fogli.

Accendete il forno a 180° ventilati, infornate a metà e attendente che la pasta fillo si colori diventando dorata.

Estraete la torta dal forno e innaffiatela di sciroppo. Attendente che si raffreddi completamente prima di degustarla.

galaktoboureko pic 2 (1 of 1)