Si, va bene, ma non vi esaltate sperando di potervi ingozzare di panbrioche come se non ci fosse il famoso domani. D’accordo non c’è il burro – e comunque è già tanta roba, anzi, robba – ma c’è tutto il resto.
Trattasi di un panbrioche che, nell’aspetto e nel gusto è – oserei dire – praticamente identico alla brioche di Nanterre. Ci saranno, poi, i puristi, che diranno che non lo è, che insomma come si fa a dire una boiata simile, che non si può, che non è da blog serio. Ma noi ci accontentiamo, sapendo di ottenere un prodotto ottimo, straordinario e, soprattutto, con la famosa caratteristica fondamentale di tutti i panbrioche degni di questo nome: la filosità.
Comunque dicevo, non c’è il burro, perché ovviamente c’è un trucco, che poi svelerò.
Il sofficione ha anche una sua precisa carta d’identità: il suo nome è Brioche butchy che, se vogliamo proseguire con la sua apologia, è davvero delizioso, come si conviene a un lievitato soffice e lezioso. La sua nazione non è la Francia ma la Germania (nei siti francesi sui quali impazza viene definita brioche allemande) e in quanto a stazza è davvero molto più thin, almeno nella sostanza. Insomma è una falsa grassa.
Il segreto sta nella panna o meglio nella creme fraiche. Io qui la trovo all’Esselunga, ma credo che oramai la si possa trovare nella maggior parte dei supermercati un po’ forniti senza farsela recapitare con posta celere dall’amica francese.
Bòn. Vi lascio dicendovi che a me sono venute un pò di screpolature sulla superficie perché non ho spennellato né l’uovo né altri grassi emolienti per ottenere un’affascinate lucidatura. Voi fatevi più furbi, soprattutto se dovete pubblicare una foto.
Ricetta
ingredienti
- Farina manitoba, 500 g
- Zucchero, 60 g
- Creme fraiche, 200 g
- Latte intero, 100 g
- Uova, 2
- Lievito di birra, 20 gr (io l’ho dimezzato e lasciato in lievitazione per più tempo)
- Sale, 1 cucchiaino
- Zucchero al velo per spolverizzare
Nell’impastatrice versate il latte tiepido, il lievito sbriciolato e le uova. Azionate a velocità 2 per 2 minuti.
Poi aggiungete la farina, lo zucchero, il sale e la creme fraiche e azionate per 5 minuti fino a quando non diventa omogenea e relativamente liscia. Fatto cio’, trasferite l’impasto in una ciotola coperta con un panno e fate lievitare fino al raddoppio (circa 2 ore e 30 se la temperatura è calda).
Riprendete l’impasto e ponetelo su una superficie infarinata. Reimpastatelo brevemente e poi formate delle paollottole che posizionerete, una accanto all’altra, in una forma da plum cake imburrrata e infarinata. Altrimenti potete fare palline più piccole per ottener euna sorta di Danubio.
Lasciate lievitare per 1 ora e 30, la brioche non dovrà sbordare dal bordo della teglia perchè si alzerà in cottura.
preriscaldate ul forno a 150° e cuocete per 30 minuti (io un po’ di più; mi raccomando la prova stecchino!) fino a quando la superficie non prenderà un bel color miele. Sformate, lasciate raffreddare e spolverizzate con zucchero a velo (quello che io mi son dimenticata di aspergere).
bòno, Madonna, BONO!!
guardo la foto e sento l’odore… Ed è il più semplice tra quelli letti fino ad ora.
Come al solito, risolutiva.
mmhhh… interessante… ma 150° C non è un po’ pochino per un pane? Mi fa strano, con queste dosi di farina e questo forno di solito cuocio 30 minuti, ma a 180-190° C… come mai bastano 150?
Dulci la ricetta dice proprio così. Io ho aumentato di 10°/15° ma perchè il mio forno ha problemi con i picchi di calore.
Sai che c’è? Quella crosticina fine tutta crepe mi ricorda tanto i panini al latte della mia infanzia…prendo nota di questa brioche e ne faccio la colazione dei prossimi giorni.