mont blanc monte bianco panna castagne meringa
-Lei non faccia il tunnel!
-Cosa?
-Lei mi sta scavando sotto, mi toglie la panna, la castagna da sola sopra non ha senso. Il Mont Blanc non è come un cannolo alla siciliana che c’è tutto dentro, è come uno zaino: lei se lo porta appresso per un mese e sta sicuro. Il Mont Blanc si regge su un equilibrio delicato, non è come la Sachertorte…
-Cosa?
-La Sachertorte…
-Cos’è?
-Cioè lei praticamente non ha mai assaggiato la Sachertorte?!…
-No.
-Va be’ continuiamo così, facciamoci del ma
le!!!

 

Frase cult e sachertorte a parte, io questa rivisitazione (e ridimensionamento) del Mont Blanc l’ho fatta per evitare che qualche zotico mi faccia il tunnel. Insomma, la monoporzione è mia (o quasi, dipende da chi si ha affinaco) e poi, al di là di ogni possibile connotazione individualistica, le monoporzioni sono anche più carine.

 

Ma ricordate Bianca vero? Il film in cui l’insegnate Michele Apicella/Moretti finisce all’istituto Marilyn Monroe e incontra una variopinta quanto improbabile (davvero? mò ci penso…) moltitudine di personaggi a cavallo tra il trash e lo sfigato e qui si innamora di Bianca. Lei  e lui si mettono insieme. Lei è appena uscita da una storia normale e vorrebbe una nuova storia altrettanto normale, ma Michele presto prende a tentennare, non perchè disamorato, ma perchè il suo atteggiamento radicale e assolutista gli impedisce di accettare le trasformazioni della vita e la possibile fine delle cose. Questo psicogiallo è uno dei pochi film di genere italiani decenti, oltre che uno dei pochi film decenti di Moretti (che, parliamoci chiaro, come attore andrebbe affidato nelle mani pazienti di qualche illustre esponente dell’Old Vic).

 

Nanni Moretti non è simpatico – almeno d’impatto –  nemmeno di persona (e questo non lo dico solo io, ma anche chi di Moretti ha una specie di venerazione), ma Bianca e La messa è finita sono due dignitosi film che, in qualche modo, e alla loro maniera, riscattano l’indecente panorama cinematografico italiano degli ultimi 20 anni: attoruncoli dal marcato accento romano anche quando non recitano in un film di Verdone, registini, film di cronaca di un italietta penosa, che non è neorealismo, perchè questo era esportabile e trasmetteva un messagio chiaro e comprensibile anche a chi parlava altra lingua e aveva altre tradizioni. Ora ci troviamo di fronte registi (a parte rarità come Sorrentino) che ti propinano storie che solo uno che vive in Italia può capire (a tratti). Proprio la cronaca di paese, ammantata da un ideologia trita e ritrita. Che noia! Veramente,  sono irritata. Non è possibile non riuscire a vedere un film decente, non solo in TV, ma nemmeno al cinema. Beninteso che la reprimenda non riguarda solo il cinema italiano, benchè sia quello peggio messo.

 

Arriviamo al Monte Bianco. Dolce piemontese di origine francese delizioso, etereo, con degli abbinamenti da premio internazinale del dolce. Ma chi ha inventato questo spettacolo? Dico, tre cose in croce: panna, meringa e castagne e un esplosione di gusto e bontà, in un equilibrio perfetto! Il montblanchino che ho fatto è una cosina a cavallo tra la pavlova e il mont blanc. La meringa è parecchia e non costituisce solo il supporto,  però mi è venuto bene perchè la crema di marroni ha trovato il giusto equilibrio con gli altri ingredienti e nella fattispecie cacao e rum.

 

Come dicevo io ho optato per le porzioni individuali e per una ristrutturazione della sua imponente architettura, giusto per cambiare un pò e dargli una veste più moderna; ecco, giusto un’idea, anche perchè la ricetta del Mont blanc è nota e io non mi mi sono permessa di stravolgere dosaggi e ingredienti. Un consiglio: per esigenze estetiche, ma soprattutto fotografiche, la panna –  che di fronte alle luci dopo un pò colava – deve essere aggiunta. Un paio di belle cucchiaiate in più è quel che ci vuole.

 

Bè con questa ricetta partecipo – fuori concorso 😀 – al mio contest “Ricette da Oscar.

Contest Cinema - Cook and the City

 

 

RICETTA

 

Ingredienti

 

  • Castagne, 500 gr
  • Latte, 1 litro
  • Meringhe (vedi qui), due dischi di circa 7/8 cm per ogni porzione
  • Panna da montare (niente roba vegetale o UHT)
  • Marron glacè, qualcuno per la decorazione
  • Rum, 1 bicchierino da liquore
  • Zucchero, 100 gr
  • Zucchero al velo, q.b
  • Cacao amaro, 1 cucchiaio rassismo
  • Bacca di vaniglia, 1
  • Crema di marroni, 150 gr

 

 

Fate bolllire per 10 minuti circa le castagne (10 minuti da quando l’acqua comincia a bollire). Toglietele dal fuoco e appena possibile iniziate a pelarle. Le castagne saranno appena cotte e togliere la pellicina sarà più semplice. Pelate le castagne rimettetele sul fuoco con il latte in cui avrete aggiunto la polpa di una bacca di vaniglia e lo zucchero semolato. Fate cuocere finchè non saranno belle morbide e il latte si sarà ritirato. Passate nel passaverdura. Unite a questo purè la crema di marroni,  il cacao e il Rum. Aggiustate di zucchero se ce ne fosse bisogno.

 

Preparate due dischi di meringa che assomiglino più a pavlove (con un piccolo incavo al centro) che a un vacherin, uno un pò più grande dell’altro (1 o 2 cm max di differenza di diametro), come descritto qui. Realizzate anche delle mini meringhe da unire alla panna montata, se volete.

 

Ora assemblate il dolce: prendete il disco di meringa più grande che costituirà la base. Spolverizzatelo con zucchero a velo. Riempite l’incavo di panna montata zuccherata evitando che debordi. Ora aggiungete gli spaghetti di castagne realizzandoli con lo schiacciapatate (io per questo livello ho usato il sac à poche creando dei ciuffi, vedete voi) in cui avrete aggiunto (non nello schiacciapatate!) dei pezzettini di marron glacè. Poi montate l’altro disco.

 

>Consiglio! Non versate gli spaghetti di castagne dallo schiacciapatate direttamente sulla meringa. Farete un lavoro più pulito se realizate gli spaghetti su un piatto e poi li trasferirete delicatamente  – e nel quantitativo sufficiente – sulla meringa con una spatola, raccongliendoli dalla base.

 

Fate la stessa cosa con l’ultimo piano: panna+spaghetti e marron glacè a pezzettini+ panna con qualche meringhetta mignon. Ricordatevi però di ricorpire interamente l’apice con la panna montata (molta di più rispetto a quanta è visibile nella mia foto). Decorate con un bel marron glacè e  – se riuscite a trovarle – violette caramellate.