uova cocotte

Con mia somma sopresa noto che uno dei miei alimenti preferiti (vedi foto) non è ancora comparso in menù. Nulla mi impedirà mai di fare incetta di uova anche in barba al buon senso medico che ne prescrive due alla settimana (scusate, ma chi segue veramente il diktat salutistico?)

 

Tuttavia la sua cattiva fama travalica la prassi medica e penetra in qualla linguistica con significati non sempre lusinghieri: camminare sulle uova, fare una frittata, cercare il pelo nell’uovo, essere pieno come un uovo, rigirare la frittata, rompere le uova nel paniere (a qualcuno). [fonte wikiquote]. Invece proporrei un’ ovazione all’uovo, una sua glorificazione, tanto è buono così, quanto indispensabile per la realizzazione di torte dolci e salate, paste caserecce, creme pasticcere e non e  ripieni di carne (più altra roba che al momento mi sfugge).  Insomma un alimento che è spesso un comprimario, anche quando accostato al tartufo, ma che meriterebbe tutt’altra attenzione.

 

Ho comprato delle cocottine (niente Staub, per il momento mi rifiuto di comprare 10 cm di pentolino da bambola a 40 euro l’uno, anche se il prodotto è ottimo) che fanno la loro porca figura anche se acquistate in un vergognoso saldo all’Esselunga (Euro 3,90; è roba cinese ultratossica? Si disintegreranno appena infornate? Stingono? Nulla di tutto ciò, per il momento) e ho deciso di farmi le uova in cocotte, una roba che – solo per il nome  – sognavo dagli anni della scuola.

 

Uova in cocotte con un abbinamento che io amo particolarmente, quello con i cavoletti di bruxelles che sono dolci e densi, sebbene assai indigesti.

 

Ma il post di oggi non vuole solo essere un pretesto per omaggiare quel prezioso dono di natura che sono le uova, ma rievocare anche un altro genere alimentare di fondamentale importanza per la mia cucina e il mio stomaco: il formaggio. Del resto la questione è, per me, molto semplice: toglietemi tutto ma non il formaggio. E se poi stiamo parlando di formaggi stagionati o semistagionati e in special modo di alcuni, la questione si fa ancora più spessa.

 

Ora, circa l’ordine delle mie preferenze non mi dilungherò, sennonché è di fondamentale importanza che vi citi almeno due perle casearie: lo Sbrinz, formaggio svizzero a lunga stagionatura, oltre che il più antico formaggio europeo (questa specifica mi fa sorridere, ma se volete documentarvi andate qui e qui)  e il Piave selezione Oro, formaggio italiano (la zona d’origine mi sembra evidente, alcune notizie qui e qui) dalla consistenza speciale e dal sapore raro di frutta secca.

 

Il mio fanatismo per il formaggio è tale che opterei per l’apertura di una sezione formaggi se solo avessi la competenza necessaria per stare lì a disquisire di aromi e sapori come un enologo. In ogni caso qualche dritta riesco pure a darvela.

 

Con queste uova in cocotte con cavoletti abbinateci del Piave stagionato o dello Sbrinz vecchiotto (36 mesi), una bella soletta tra ortaggi e uova, mi raccomando. Non ve ne pentirete.

 

RICETTA

 

Ingredienti

 

    • Uova, (una per cocotte)

 

 

    • Cavoletti di bruxelles, 150 gr a testa

 

 

    • Formaggio Piave o Sbrinz, a piacere

 

 

    • Burro, 25 gr a testa+ quello per cuocere i cavoletti.

 

 

    • Sale

 

 

    • Pepe

 

 

Cuocete al burro i cavoletti (calcolate una noce a testa) a fuoco molto lento e coperti. I cavoletti hanno la brutta abitudine di attaccasri facilmente alla padella (anche antiaderente)  e a diventare dunque amari, nel caso aggiungete un’ombra di acqua. Salate e pepate. Non cuoceteli fino al disfacimento, 20 minuti possono andare bene. Versate i cavoletti nella cocotte, aggiungete qualche fettina sottile di formaggio (a scelta tra i due) e poi rompete l’uovo. Aggiungete un ricciolo di burro e infornate a 170°/ 180° per 6 minuti cuocendo a bagnomaria oppure  non a bagnomaria per qualche secondo in più. Il tuorlo, a differenza dell’albume non dovrà rapprendersi ma rimanere cremoso e tiepido.