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Della pasta risottata mi piace tutto eccetto il nome. Avrebbero potuto trovare di meglio: pasta mantecata, all’onda, al velluto. Già perché è proprio quest’ultimo l’effetto della “risottatura” sulla pasta, grazie all’amido che non viene perso.

 

La preparazione all’ordine del giorno è nata per caso. Non che la pasta risottata l’abbia inventata io, intendiamoci. Anzi non avevo mai sperimentato questa ricetta.
Ma l’altro giorno avevo diversi peperoni e ho pensato di farne un sugo. Un sugo abbastanza cremoso e liquido perché prevede anche salsa di pomodoro fresco e quella cosa oggi così kitsch, ma tanto buona: la panna.
Non è un sugo alla panna, ce n’è giusto un pochino per accentuare e smorzare. Accentuare la cremosità e smorzare la nota dominante dei peperoni. Una ricetta semplice-semplice.
Ma poi guardando la salsa che cuoceva in un tegame forse eccessivamente grande mi è venuta un’idea, evocata da recenti suggestioni internettiane: la pasta risottata, appunto.

 

Cos’è? Lo dice il nome: la pasta risottata è una pasta che è cucinata come un risotto.
Viene adottata una tecnica di cottura che consente di cuocere la pasta direttamente nel sugo, opportunamente diluito.
Beh, il risultato è un’estasi per le papille gustative: la pasta è cremosa, vellutata, rotonda, morbida (ma al dente) poiché il particolare tipo di cottura le ha consentito di assorbire tutti gli aromi e i profumi della salsa, la quale deve essere preparata – tassativamente – con ingredienti freschissimi e di ottima qualità. Quindi niente salse del super.

 

Ricetta

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 280 gr di penne rigate

 

  • 2 peperoni molto grossi, uno rosso e uno verde

 

  • 1 spicchio d’aglio

 

  • 200 ml di salsa di pomodoro fresca (se non l’avete fatela voi)

 

  • 2 cucchiai di panna liquida fresca

 

  • 1/2 litro di acqua leggermente salata

 

  • pecorino romano

 

  • salvia qualche fogliolina

 

  • noci

 

  • olio extra vergine d’oliva

 

  • 1 noce di burro

 

  • sale

 

  • pepe

 


Stufate i peperoni in un tegame con lo spicchio d’aglio e poco olio.
Cuocete i peperoni fino a quando non saranno ben cotti, cercate di non farli attaccare. Se possibile evitate di aggiungere acqua per evitare bruciature, ma cuocete a fuoco lento con il coperchio.
Cotti i peperoni passateli nel passaverdura (non usate il frullatore) e unite la crema ottenuta con la salsa di pomodoro fresca, la panna, la salvia, sale, pepe.
Ottenuta questa salsa travasatela in un tegame antiaderente, piuttosto profondo, tipo questo
e poi diluitela con 500 ml di acqua leggermente salata. Attenzione a non salare troppo l’acqua perché il rischio è che, una volta ristretto, il sugo risulti eccessivamente sapido. Al limite aggiustate di sale poco prima di spegnere il fuoco. Ricordatevi di tenere un pò di acqua calda sempre a portata di mano per eventuali rabbocchi.
Quando questa salsa inizierà a bollire mettete dentro la pasta, fate cuocere, girando ogni tanto con il cucchiaio di legno.
Se vedete che la salsa si asciuga troppo, aggiungete altra acqua calda, sempre poca alla volta (un ramaiolo). Poco prima che la pasta sia cotta, controllate che il sugo si sia ritirato risultando denso e cremoso (non è una pasta in brodo, il segreto e la bravuta sta nel giungere a cottura con una quantità di sugo “giusta”); se dovesse risultare troppo brodoso alzate la fiamma per far evaporare l’acqua. Quindi spegnete e mantecate con una noce di burro, aggiungete altra salvia (quella cotta l’avrete eliminata), qualche noce sbrciolata e del pecorino romano.

 

La pasta risottata cuoce – al dente – in circa 20/25 minuti, a seconda del formato e marca di pasta che avrete usato.

 

Harold McGee Speaks, il propugnatore della pasta risottata.Qui.

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