gelato malaga ricetta originale, buonissima, perfetta, facile, veloce, cremoso,

Mi sta venendo a noia un certo mondo food. Un certo.

Forse succede per tutte le cose. Da vicino nessuno è poi così splendido per lungo tempo. Per lo stesso motivo amo gli amici discreti e impegnati e i mariti ambiziosi, quelli che fanno orario pieno e non tornano a casa alle tre del pomeriggio. E’ ovviamente per via del mio cattivo carattere.

E’ estate, almeno dovrebbe, e come ogni anno fioriscono i tormentoni a tema estivo. Come quelli sulle gelaterie e i gelati, fatti di classifiche indiscutibili, opinioni qualificate e di simposi da pseudo circolo intellettuale. Va bene.
Ma com’è, poi, che tanta di questa gente è la stessa che mi propina l’apologia degli Häagen-Dazs, una delle peggiori schifezze insieme alle Pringles e ad altre note tro**te di provenienza stauinitese (ma poi, dai, si è mai visto che gli americani possano produrre – a livello industriale – qualcosa di commestibile e, insieme, anche buono e genuino?) ?

L’avete mai mangiato? Disgustoso oltre che caro in maniera insultante. Sembra uscito dalla cucina sperimentale di Nigella. E’ un comunissimo gelato industriale, nemmeno dei più buoni, dal gusto “pompato” (come piace in USA) e dolce in una maniera nauseabonda e, se vi pare poco, molto spesso arricchito con ingredienti collosi e croccanti. Per fortuna i Blockbuster  – i principali spacciatori della droga suddetta – sono spariti.

Si droga, perché pare che iniziando non si riesca più a smettere. Una cosa analoga è successa al mio gatto quando sono passata, per necessità, dal cibo fresco (alici, quaglie, trita scelta…) al mangime targato Whiskas. Non si torna indietro: il  palato viene irrimediabilmente irretito e deviato. Lascio la questione al vostro libero arbitrio.

Io posso solo supporre che mangiare Häagen-Dazs sia chic, come succede per i macarones e altre insulsaggini (sebbene riconosca la bellezza estetica di questi ultimi).

Ciò detto, è interessante notare, invece, che in trent’anni il gelato ha subito un’impennata qualitativa notevole. Forse non tutti ricordano come era difficile, almeno a Milano (a sud un po’ meno), trovare un buon gelato tra gli anni Settanta e Ottanta. Poche le gelaterie di pregio, con un gelato che pagavi a peso d’oro.

Poi gli anni Ottanta con il gusto puffo e puffetta…e da lì il progressivo abbandono dei gusti come lo zabaione (oggi solo nel trittico del Cucciolone) e, sopratutto, il malaga. Un gusto introvabile.

Io, dunque, il gelato me lo faccio in casa. Avrà sicuramente delle imperfezioni, ma ha il vantaggio di essere genuino e di essere calibrato in base al mio gusto, tutto sommato sobrio.

Questo che presento oggi è però superlativo. La base è la crema inglese.

Ricetta

Ingredienti

  • Latte, 220
  • Panna, 250
  • Tuorlo d’uovo, 5
  • Zucchero, 125 gr
  • Neutro, 1 cucchiaino
  • Vaniglia, 1 bacca
  • Uva sultanina, 2 cucchiai
  • Rum scuro, 5 cucchiai
  • Brandy, q.b.
  • Sale, un pizzico

Mettete, alcune ore prima di far partire la gelatiera, l’uvetta a bagno in un bichiere di brandy leggermente scaldato. Non allungate il brandy con acqua. L’avevo fatto la volta precedente e mi si era ghiacciata l’uvetta nel freezer.

Scaldate il latte e panna insieme fino al primissimo bollore. Spegnete appena freme.

Montate le uova con lo zucchero, il pizzico di sale e i semi della vaniglia. Unite tutto al latte+panna, mescolando velocemente per omogeneizzare i due composti.

Rimettete sul fuoco a bagnomaria e fate arrivare a 83° (non oltre se no il tuorlo si coagula). Spegnete e fate raffreddare. Unite, quindi, il rum scuro (io 5 cucchiai, ma potete aumentare o diminuire in base al gusto personale; tuttavia questa mi sembra la dose ideale).  Mettete in frigorifero e lasciate lì tutta la notte coperto da pellicola. L’indomani, versate la crema sul neutro (non viceversa) e sbattete con una frusta velocemente.

Versate la crema nella gelatiera refrigetata e azionatela. Poco prima che il gelato sia pronto, prelevate le uvette, strizzatele leggermente, ma non del tutto, e unitele al gelato.

Il gusto malaga è pronto. Ed è strepitoso.

Esiste una temperatura di servizio del gelato che è quella che precede di non molto la sua morbidezza critica. Quindi se non lo consumate subito, ma lo riponete nel congelatore, cercate di levarlo per tempo e di non servirlo ghiacciato ai vostri ospiti.

N.b. Il neutro aiuta a far sì che il gelato non ghiacci, ma non impedisce che questo avvenga; considerate che i freezer per uso casalingo non hanno una temeperatura controllata, per cui il gelato tenderà comunque a indurire, specie se ce lo terrete per diverso tempo. Sappiatelo.