Non sia mai che questo blogghino possa diventare un luogo più o meno gradito ad anortessici e inappetenti. La mia idea di proporre ricette semplici e leggere parte da due presupposti. Il primo è che sicuramente mangiamo troppo; badate non solo male. Proprio troppo. Quel noi fa naturalmente riferimento alla tendenza generale. Mica sto a parlare di noi come quel gruppo - ristretto e sicuramente elitario - che frequenta questo blog ;) Il fatto di ridimensionare porzioni e dosi dei condimenti non può farci che bene. Sono anche abbastanza convinta che vedersi senza maniglioni dell'amore tende a migliorare il nostro umore. Almeno questo è l'effeto che la cosa ha su di me. Ma c'è un'altra questione. Qualche tempo fa vidi di sfuggita una trasmissione in cui la Parodi battibeccava con Cracco a proposito della necessità di cucinare in maniera appetitosa e veloce. Per veloce la Parodi intendeva qualcosa che si poteva scongelare e sbattere nel microonde, per tornarsene dopo mezz'ora sapendo di aver creato qualcosa di quasi commestibile. In tutto ciò non doveva mancare quel tocco di creatività che avrebbe dovuto strappare la pietanza alla sua tradizionale monotonia. E la pasta in bianco diventa gratinata, quella con gli asparagi è nobilitata da una cremina a base di crescenza strapazzata nel frullatore. Quel simpaticone di Cracco, dalla sua, oltre a strabuzzare gli occhi di fronte alle indecenti proposte della garrula, la rimbrottava dicendo che si poteva mangiare bene, senza dover per forza straziare gli ingredienti per amor di originalità. Del resto che cosa c'è di più buono delle uova al burro?

Non sia mai che questo blogghino possa diventare un luogo più o meno gradito ad anoressici e inappetenti. La mia idea di proporre ricette semplici e leggere parte da due presupposti.

Il primo è che sicuramente mangiamo troppo; badate non solo male. Proprio troppo. Quel noi fa naturalmente riferimento alla tendenza generale. Mica sto a parlare di noi come quel gruppo – ristretto e sicuramente elitario – che frequenta questo blog 😉

Il fatto di ridimensionare porzioni e dosi dei condimenti non può farci che bene. Sono anche abbastanza convinta che vedersi senza maniglioni dell’amore tende a migliorare il nostro umore. Almeno questo è l’effetto che la cosa ha su di me.

Ma c’è un’altra questione. Qualche tempo fa vidi di sfuggita una trasmissione in cui la Parodi battibeccava con Cracco a proposito della necessità di cucinare in maniera appetitosa e veloce. Per veloce la Parodi intendeva qualcosa che si poteva scongelare e sbattere nel microonde, per tornarsene dopo mezz’ora sapendo di aver creato qualcosa di quasi commestibile. In tutto ciò non doveva mancare quel tocco di creatività che avrebbe dovuto strappare la pietanza alla sua tradizionale monotonia.

E la pasta in bianco diventa gratinata, quella con gli asparagi è nobilitata da una cremina a base di crescenza strapazzata nel frullatore.

Quel simpaticone di Cracco, dalla sua, oltre a strabuzzare gli occhi di fronte alle indecenti proposte della garrula, la rimbrottava dicendo che si poteva mangiare bene, senza dover per forza  straziare gli ingredienti per amor di originalità. Del resto che cosa c’è di più buono delle uova al burro?

Andata in libreria ho sbirciato “Se vuoi fare il figo usa lo scalogno“, il libro di ricette di chef Cracco.

Mi ha incuriosito una ricetta che più semplice non si può, ma che sembra essere un must di casa sua: la pasta al pomodoro con il limone.

Forse questa non sarà proprio quella uscita dalle sue segrete, ma vi assicuro di gran soddisfazione.

Ricetta al volo: Fate cuocere al forno dei pomodori datterini. Tagliateli a metà e conditeli con aglio, sale, olio, origano e un pizzico di zucchero. Poneteli su una placca con carta forno e cuoceteli a 120° finchè non appassiscono.

N.B. Io li ho tenuti sul rametto incidendoli per il lungo (mi servivano anche per un’altra preparazione; voi potete evitare e andare sul classico).

Cuocete la pasta (meglios e liscia) al dente in abbondante acqua salata. Fate scaldare un filo di olio in una padella antiaderente e buttateci la pasta con i pomodorini al forno e un pò d’acqua di cottura della pasta. Fate addensare il sughino che si creerà e impiattate. Guarnite con qualche cappero (se lo trovate disidratato è meglio, se no fatelo asciugare al forno) e abbondante zeste di un profumato limone.

Un piatto primaverile e propiziatorio.