Ed è subito Proust. Ancora giovine studentessa scrissi pure un tema con il titolo “Madeleine”, nel quale raccontavo che la mia madeleine in realtà era una caramella Golia (sempre roba mangereccia, il che doveva presagire al mio ineluttabile destino). Comunque, per chi ha letto la La Recherche, l’assaggio della madeleine è una tappa obbligatoria nella propria vita: un pò come il viaggio a Parigi o la schitarrata sulla spiaggia con gli amici. Che poi a me la madeleine non susciti nessuna reminiscenza, vabbè… ma le madelines sono un dolcetto decisamente appagante.

 

In questa ricetta ho voluto dargli un tocco rustico – molto lontano, quindi, dalle languide raffinatezze proustiane – aggiungendo la carota e le mandorle in modo che il gusto ricordasse una cake alla carota, ma con la consistenza decisamente più interessante della madeleine.

 

Foto: il testo della foto è brutalmente tirato giù da qui, dove c’è pure la traduzione.

RICETTA

Ingredienti

  • Farina, 00, 100 gr

 

  • Farina mandorle, 20 gr

 

  • Carota, 1 grande grattugiata

 

  • Lievito chimico, 6 gr

 

  • Burro, 100 gr
  • Uova, 2

 

  • Zucchero, 100 gr

 

  • Latte, 20 gr c.a

 

  • Sale, un pizzico

 

  • Essenza di mandorla amara, 3 gocce

 

  • Vaniglia, mezza bacca

Mescolate tutti gli ingredienti secchi insieme alla carota grattugiata (io ne ho usata una piuttosto grande). A parte mescolate latte, uova, insieme alla vaniglia e all’essenza di mandorla, sbattendo molto bene fino a creare un composto abbastanza spumoso. Mischiate ora il composto liquido a quello secco delle farine e poi aggiungete il burro fuso e fatto raffreddare. Mescolate  e realizzate un composto omogeneo.

Imburrate gli stampini, infarinateli e poi versateci la pastella senza farla arrivare al bordo dello stampo. Coprite con pellicola e mettete in frigo per 2 ore.

Scaldate il fornop a 220° infornate per 5 minuti poi abbassate a 180° per altri 4/5 minuti. Sfornate e fate raffreddare.