schizzotto schissotto

Insomma come si dice? Aspettando che qualcuno mi risponda, spiego cos’è. Questo schizzotto è una specie di pan biscotto, ma molto, molto più friabile. Buonissimo!
Il segreto di questa friabilità ? Una cosa orrenda: i grassi!

Ma arriviamo allo schizzotto e alle mie memorie. Lo assaggiai qualche decina di anni fa (decina, avete capito bene) a Montagnana, ridente paesino con magnifico castello nei pressi di Padova.
Ero andata lì con un’amica, ospite di sua zia, una signora dal braccino corto che lesinava sui biscotti e l’aranciata.
Dunque ero costantemente affamata. Avevo all’circa 10 anni e capite, mica potevo andare al ristorante.
Ma in panificio si! E qui trovai il gustoso rifocillatore dei miei austeri pomeriggi.
Si trattava di un pane schiacciato e non lievitato (una specie di focaccia molto rustica e compatta; non aspettatevi nulla di soffice, morbido e spugnoso), tra il dolce e il salato e perfetto da mangiare da solo o con salumi molto saporiti (tipo il prosciutto Veneto Berico Euganeo). In realtà le versioni dello schizzotto sono tantissime: salato, dolce, con il cioccolato, più morbido, meno morbido, con il lievito, senza lievito, tondo, quadro, alto, basso, a plum cake…

 

Io ho trovato questa ricetta che, ad occhio, mi è sembrata la più promettente, e non ho fatto altro che seguirla (quasi) pedissequamente.
A cosa fatta ho accompagnato lo schizzotto con lardo di Arnad, che è un tripudio di aromi e profumi.
Mai abbinamento fu più riuscito. Provatelo.

 

Qui sotto il mio piccolo testimonial.

 

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Ricetta

 

Ingredienti

  • 550 gr. difior di farina bianca 00 (ho dovuto aggiungere un pò più di farina poichè l’impasto risultava troppo molle, regolatevi aggingendo poca acqua alla volta)

 

 

  • 140 gr. di grassi misti sciolti (grasso di oca, radesello di maiale, burro, unto di maiale) strutto

 

 

  • 40 gr. di zucchero

 

 

  • 110 gr. d’acqua fredda

 

 

  • 16 gr. di sale fino

 

 

  • 1 tuorlo d’uovo piccolo

 

 

  • 1/2 bicchierino di cognac

 

 

 

 

Mischiate gli ingredienti e lavorare energicamente, strofinando ogni tanto le mani con del rosmarino. Quando avrete ottenuto una pasta soda e compatta formate una  “focaccia” tonda e schiacchiatela, mantenedo uno spessore di circa  2/3 cm.
Disegnate una griglia come in foto e infornate. Cuocete per due ore a circa 160/170 ° girando un paio di volte (giratela quando un lato è già ben cotto altrimenti rischiate di rompere tutto).

 

 

Vagando per la rete in cerca della ricetta ho trovato una versione al latte sul sito di una food blogger vietnamita: da non credere!