frittelle

Si dà il caso che subisca una certa fascinazione per le scienze esatte e per quasi tutte le discipline ad esse correlate. Questo per un motivo fin troppo semplice: non ne capisco un tubo! Quindi, anche se non ne capisco nulla, continuo a guardare trasmissioni sul canale science del National Geographic  e a leggere divulgazione scientifica nella speranza che prima o poi mi si schiuda il cervello. Per il momento ho un approccio puramente estetico alla cosa: guardo, ascolto (poco) e ammiro.

Tuttavia ho un vantaggio: durante tali visioni ho sempre accomodato al mio fianco un traduttore simultaneo – nella veste del consorte – che, mentre le immagini scorrono, spiega e chiarisce cercando di essere il più terra-terra possibile. Riconosco l’impegno ma, per me, che vedo la scienza (così, genericamente intesa…) come una materia che complica per spiegare fatti “semplici” (o forse sarebbe meglio dire elementari) essa rimane esoterica e misteriosa, al contrario dell’astrologia che, invece, semplifica ciò che semplice non è affatto e quindi mi è più congeniale.

Ad ogni modo l’argomento del giorno sono i frattali o meglio i broccoli, che vengono sempre citati come un eclatante esempio di frattale. Beh, per aprire e chiudere velocemente  questa parentesi scientifica, prima che, presa dall’entusiasmo divulgatore,  finisca col proferire qualche castroneria di troppo, dirò – a chi ancora non lo spesse – che i frattalisono figure che in una struttura ricorrono sempre uguali, anche se in scala diversa e servono alla misurazione di fenomeni o oggetti non altrimenti misurabili.

Io trovo il falso caos della natura incredibile, cioè, l’universo tenderà anche all’entropia, ma molto spesso ci troviamo di fronte a sistemi e strutture  – tra l’altro bellissimi – che la riconducono a una sorta di armonica sensatezza (almeno ai nostri occhi).

Bene, tornado al magereccio, l’idea del cavolo mi è sorta proprio leggendo della morte di Benoît Mandelbrotcolui che ha dato un nome a questi fenomeni della natura (è il caso di dirlo). E dato che le mie suggestioni culinarie sempre più spesso partono da vie traverse (chessò un libro, un film, una canzone…), ecco che al consueto appuntamento settimanale con il fruttivendolo mi son fatta dare un bel cavolfiore verde in cui potessi osservare i succitati fenomeni.

Poi ho scartabellato uno dei miei libri di ricette per vedere cosa potessi farci con codesto cavolo, che non fosse la solita pasta con i broccoli.


cavolo romanesco

 

RICETTA

Ingredienti

  • Cavolfiore verde o romano di medie dimensioni
  • Gherigli di noce, 100 gr
  • Spicchi d’aglio, 2
  • Foglie di alloro, 6
  • Farina bianca 00, 50 gr + quella per infarinare le crochette
  • Burro, 50 gr
  • Latte 300 ml
  • Uova, 2
  • Pangrattato
  • Olio di semi per friggere
  • Sale, Pepe

Mondate e lavate il cavolfiore, dividetelo in cimette e lessatelo in acqua salata. Scolatelo al dente. In una padella antiaderente, a fuoco basso, fate imbiondire leggeremente (non deve rosolare, nè bruciacchiare) l’aglio spremuto con l’apposito attrezzo, versateci il cavolo e fate andare per qualche minuto.

Trasferite il cavolo in una ciotola e con la forchetta schiacciatelo grossolanamente. Realizzate ora una besciamella molto soda (molto!) facendo sciogliere il burro e unendo la farina tutta in una volta. Girate bene evitando che si formino grumi e poi, sempre girando, unite il latte caldo a filo. Salate e pepate e aspettate che la besciamella si rapprenda bene, poi spegnete. Lasciate raffreddare. Unite la besciamella ai cavoli e realizzate un composto omogeneo. Intanto tritate i gherigli di noce (non troppo fini) con l’alloro a cui avrete tolto la nervatura centrale. L’alloro, invece, dovrà essere tritato finemente. Procedete quindi separatamente per poi unire gli ingredienti in un secondo momento. Misciate e unite ai broccoli con la besciamella. Formate delle palline, infarinatele e poi passatele nell’uovo sbattuto (per rendere più fluido l’uovo sbattuto aggiungeteci un goccio di acqua a temperatura ambiente) e infine nel pangrattato. Friggetele in olio caldo (ma non fumante) badando che le crocchette siano immerse totalmente nell’olio. Salate.

VINO CONSIGLIATO a cura di GIORDANA TALAMONA

Frascati Doc

Da mangiare calde. Buonissimo è il contrasto morbido-croccante della besciamella con la noce.