Saetta mcqueen

Quando l’uomo non cuciniero inzia a gravitare intorno al locale cucina c’è da stare in campana.

Questo può voler dire solo due cose: o ha fame, e quindi c’è da aspettarsi che il suo fai da me si concretizzi in un panino veloce, ma che a voi costerà la restante mezza giornata in riordino, oppure ha stabilito che deve aiutarvi, e non tanto per generosità (per questo ci sarebbe anche la pigna da stirare) ma perchè LA SUA PASSIONE TECNOLOGICA DELL’ULTIMA ORA PUO’ ESSERE MESSA IN SCENA. Stiamo parlando di modellazione e rendering 3D.

In tal caso, avere l’uomo non cuciniero tra i piedi in cucina può essere una vera jattura. Il tutto si trasforma in brevissimo tempo in una tavola rotonda, in sedute al pc, in rilevazioni di misure e dati, nella realizzazione di dime, stampi e calchi, nell’ausilio di programmmi sofisticati. L’uomo in cucina è la tecnologia al servizio della materia bruta. Sappiatelo. Riconoscerne i primi segnali è fondamentale per provvedere alla tempestiva autodifesa e per non impiegare 6 giorni in qualcosa che ne richiede la metà. Quindi chiudete a chiave.

Io però la porta in cucina non ce l’ho, è…come dite voi stranieri in Italia…open space, quindi…

Va bene, quello che vi devo dire senza girare oltre sull’argomento è che:

1) per realizzare suddetta ho abbiamo dovuto creare un calco con fil di ferro, scotch nero telato, alluminio da cucina, DAS (esiste ancora…); quindi ho proceduto all’inverso: non ho scolpito la torta e poi ci ho posizionato sopra il telo di PDZ, ma ho rivestito il calco con uno strato più spesso di PDZ, poi ho sagomato la torta (quadrata) per il riempimento, inserendola delicatamente all’interno del calco. Ho fatto tre strati di torta, inframezzati da crema alla nocciola.

2) il calco l’ho rilevato da un modellino giocattolo di Cars delle dimensioni di 40X20 circa. E’ chiaro che, volendo cimentarvi nell’operazione, dovreste procurarvi il modello.

3) il vantaggio del calco è che le proporzioni e sagomature sono perfette.

4) il calco va rotto alla base per sformare la torta senza danni; dotatevi di polpastrelli forzuti.

5) la base per la torta è questa, sebbene io abbia aggiunto poco cacao e della farina di nocciole; la texute diventa leggermente più ariosa ma rimane comunque compatta e adatta come base da riempimento.

6) la crema per la farcitura è la crema al burro di nocciole di Teresa, anch’essa soda e compatta, evita cedimenti pericolosi della struttura.

7) il numero 5 con la sfumatura non l’ho realizzato con l’aerografo ma con la tecnica del tampone. In tal caso le mie reminiscenze artisitche si sono rivelate utili. Usate un pennello a base cilindrica (lo trovate in negozi per Belle Arti) e intingente in poco colore, asciugando l’eccedenza (dovreste quasi lavorare a secco) poi tamponate, senza stendere il colore a pennello, cioè con movimento strisciante”avanti e indietro”, ma con movimento a scatto “su&giù”.

8) il fondente l’ho acquistato già fatto; solo  il nero e rosso già colorati. Gli altri colori li ho realizzati con coloranti in gel.

Problemi:

1) il problema maggiore utilizzando il calco è quello delle “rughe” date dal contatto della PDZ con l’alluminio. Dovrete andare di olio di gomito e di spatola spalma fondente e affini per lisciare la superficie.

2) conservandola in frigo c’è il rischio che la torta trasudi. Ho ovviato a questo inconveniente (almeno il grosso) coprendo e rimboccando ai lati la torta con uno strofinaccio da cucina in lino. Essenziale possedere un frigo NO FROST.

3) io non ho usato la gomma adragante, ma, per la componentistica “difficile”, solo poco glucosio, che tuttavia è molto meno affidabile della colla. Ho sentito che si può comporre anche una colla edibile con il Kukident. A me fa un pò senso ma si può provare.

La torta è stata realizzata per il quinto compleanno di mio figlio Gabriele, che ha apprezzato l’impegno profuso.

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