Il tempo è passato con incredibile velocità. Sara mi ospita da oltre un anno nella sezione “vino” dove, strizzando l’occhio a Bacco, abbiamo chiaccherato amabilmente di bottiglie, produttori, viticoltura italiana e internazionale. Abbiamo toccato la Liguria, siamo andati in Piemonte,Valtellina e Toscana, completando questo giro d’Italia con le bottiglie più adatte ai ricercati piatti della nostra ospite.

Con un balzo siamo andati verso le regioni d’oltralpe, sorridendo con sguardo malizioso ai vini francesi, spagnoli e tedeschi, senza disdegnare la viticoltura del nuovo mondo, per poi tornare in Italia con una rinnovata consapevolezza sul valore aggiunto delle nostre produzioni.
Oggi questo viaggio finisce qui. Riconsegno le chiavi a Sara ringraziandola di tutto cuore per avermi voluta con sé. Continuerò a parlare di vino in altre sedi (qui, qui , qui, qui, qui).

Non posso, tuttavia, lasciare questo spazio senza un’ultima degustazione che, ne sono certa, chiuderà degnamente la mia rubrica. Ci troviamo in Francia nella piccola zona del Rodano settentrionale denominata Condrieu, dove si producono solo bianchi da vitigno Viognier.
L’Aoc Condrieu, nata nel 1940, ha avuto fortune alterne, sino a rischiare l’estinzione a metà circa degli anni Sessanta. Vino di carattere, il Condrieu, esattamente come i suoi viticoltori, uomini tenaci e caparbi. Oggi grazie alla loro ostinazione, l’estinzione di questa Aoc è stata scongiurata, ma rimane pur sempre una coltivazione di misura attestatasi, secondo i dati del 2010, intorno ai 136 ettari vitati di cui 3,5 per la sola denominazioneChateau Grillet

Ecco qualche etichetta interessante che potreste provare.

Viognier 2009 – Le Pied de Samson – Domaine Georges Vernay (Viognier 100%): Giallo paglierino con riflessi dorati. Spiccata nota fruttata (pesca) e floreale (acacia e biancospino). Nuance agrumate completano il quadro olfattivo. In bocca ritorna l’agrumato (mandarino) supportato da un’elegante mineralità. Vino da introduzione notevole, elegante e fine.

Condrieu 2010 – Domaine Les Terres Rotie – Jean-Paul Brun:giallo paglierino carico con riflessi dorati. Al naso è piuttosto erbaceo (fieno, erbe aromatiche, menta), fruttato (albicocca, pesca), miele, cipria, con avvolgenti richiami minerali. All’esame gustativo colpisce l’equilibrio perfetto tra la morbidezza, tipica del Condrieu, e il suo rientro minerale. Non si sentono note terziarie date dal legno, per la scelta ragionata di utilizzare barriques di terzo, quarto e quinto passaggio. Un vino elegante, da capire.

Condrieu Les Chaillées de L’Enfer 2008 – Georges Vernay: giallo dorato luminoso. Interessanti profumi di frutta esotica miscelati a ricordi di burro fuso e miele di acacia. Esuberanti note minerali, ancor più incisive di quelle presenti nel vino precedente. Più interessante al naso che in bocca, nonostante la finezza complessiva.

Condrieu Cote Chatillon 2006 – Domaine Bonneford: dorato brillante. Un susseguirsi emozionale di confettura di albicocche, frutta candita, dattero, miele ed un pizzico di muschio nel rientro. Ricordi eterei che lasciano il posto a note iodate. Morbido, quasi burroso all’assaggio, con ritorni vanigliati, polvere di caffè e finale molto lungo.

Condrieu Chateau Grillet 2005: giallo paglierino con riflessi dorati. Profumi salmastri e citrini. Leggerissimi richiami di grafite. Merita al palato, più che al naso per le vivide note iodate. Un vino giovanissimo che, forse, per questo non è ancora al massimo delle potenzialità.

In alto i calici, un brindisi a Sara, a voi e al meraviglioso mondo del vino. Cin, cin.