Me l’ha consigliato un caro amico bergamasco, Luca Castelletti dell’Enoteca di Ponte S. Pietro, vero talent scout di vini. Lui, infatti, non si accontenta di avere una cantina storica piena zeppa di bottiglie e distillati d’annata, con alcuni pezzi unici introvabili, come l’inestimabile Cognac del 1868 appartenuto, nientemeno, a Napoleone III. Luca è uno scopritore di talenti in piena regola, un cercatore di vini ancora poco noti che come outsiders si classificano, spesso, ai primi posti dei concorsi vinicoli nazionali e stranieri.

E’ grazie a lui se ho scoperto il Kapnios 2003 della Masseria Frattasi, Aglianico amaro del Taburno 100%, che ho portato a cena proprio da Sara e Marco. Si tratta di un vino le cui origini sono antichissime, citato nel Naturalis Historia da Plinio e nell’Ateneo I da Platone. L’appassimento delle uve su graticci conferisce al vino delle note del tutto particolari, che lo fanno lontanamente assomigliare al più noto Amarone della Valpolicella, ma con meno nerbo.

Il vino era di un bel rosso rubino impenetrabile, con profumi di confettura di mirtilli e prugne disidratate che si intervallavano splendidamente ad aromi di cioccolto e ciliegie sotto spirito (i boeri!). In bocca era morbidissimo e avvogente, con tannini saudenti e note di caffè e cioccolato fondente. Insomma proprio un bel vino che noi abbiamo accompagnato alla faraona alla romana di Sara.

Ah, dimenticavo. Andare da lei per una cena vuol dire commettere il più nobile dei peccati di gola. Volete sapere il menu di quello che ho definito una simil cena di nozze?

Antipasto
– Crostini neri toscani
– Bicchierini di panzanella
– Piccoli bon bon di frutta disidratata con formaggi di capra, pecora e vaccini

Primo
– Briciolata detta altrimenti Pici alle briciole (un piatto da sturbo! mi devo ancora riprendere!)

Secondo
– Faraona alla romana

Contorno
– Finocchi e arancia

Dessert
– Gelato di pane con amarene

Sara, quando ripetiamo?:)))