Tornata dal periodo natalizio ho voglia di partire daccapo, di rivolgermi a chi, per la prima volta, si avvicina con circospezione al mondo del vino. A me è capitato così, qualche anno fa. Dopo una breve vacanza nella quale avevo sperimentato la piacevolezza del buon bere, ero tornata con la curiosità di saperne di più, soprattutto sulle caratteristiche organolettiche del vino. Profumi, aromi, bouquet: una miriade di domande si affollavano alla mia mente. Così se anche voi, dopo aver provato qualche buon nettare di Bacco siete rimasti incuriositi da questo mondo, perchè non provate a seguire qualche breve consiglio? Niente di difficile, per carità.

Prendetelo come un gioco da fare in famiglia o con gli amici, cercando di capire quanto possa essere affascinante analizzare le caratteristiche organolettiche di un vino. Primo consiglio: prendetevi del tempo. Il vino è un piacere che va assaporato goccia a goccia. Quelli che lo buttano giù come fosse acqua fresca, potrebbero bere qualunque cosa, anche del Sanitrit! Per il vino ci vuole tempo e rispetto: guardatelo, annusatelo ed assaporatene ogni momento. Se poi vorrete cimentarvi in qualcosa di serio e di molto tecnico sarà il caso di scegliete un corso che sappia darvi una preparazione più approfondita. Io consiglio l’Ais, l’Associazione Italiana Sommelier, ma ad onor del vero esistono altri validi gruppi, come l’Onav o la Fisar.

Per ora mi accontento di darvi qualche breve suggerimento che, spero, possa indirizzarvi sulla strada giusta.

Esame visivo: ogni vino ha colore, consistenza e limpidezza diversa. Già durante la mescita del vino è possibile osservarlo per capire se si tratta di un vino fermo o con le bollicine. A questo punto prendete il bicchiere, portatelo all’altezza degli occhi ed osservatelo in controluce valutando la luminosità e la limpidezza del vino. Per capirne il colore aiutatevi mettendolo contro una tovaglia bianca. Ogni scuola ha una scala di colore diversa, ma senza entrare troppo nel merito sappiate che i vini bianchi possono essere giallo verdolino (giovane con buona freschezza), paglierino (ancora giovane ma abbastanza equilibrato), dorato (di solito più maturo ed evoluto, con buona morbidezza) ed ambrato (passito e liquoroso). I rosati possono essere rosa tenue, cerasuolo e chiaretto, mentre i rossi possono essere porpora (giovane), rubino (un po’ più evoluto), granato (più maturo) e aranciato (da grande invecchiamento).

Esame olfattivo: una fase decisamente difficile. Saper riconoscere i profumi è un’abitudine che abbiamo dimenticato, ma non perso! Occorre farci l’abitudine e cercare di memorizzare gli aromi (floreali, fruttati, speziati, vegetali ecc.). Non vi dico il caos nella mia mente, quando ho cominciato io! “Lo senti questo profumo?” – mi dicevano – “è banana. E quest’altro? Si tratta di fragolina di bosco!”. Fragolina di bosco? Ma io sono nata all’ombra della Falck, quale fragolina di bosco! Eppure vi assicuro che dopo un po’ di pratica, ho cominciato a riappropriarmi del mio olfatto ed ora non percepisco solo la fragolina di bosco ma anche profumi più evoluti!

Prendete il bicchiere alla base, in modo da non sentire l’odore della mano. Mettetelo, ancora fermo, al naso. Inspirate. Ora ruotate delicatamente il bicchiere e ispirate a brevi intervalli, in modo da evitare l’assuefazione ai profumi. Una pratica sbagliata è quella di continuare a girare il bicchiere incessantemente come fosse un frullatore: non solo non serve, ma favorisce l’ossidazione del vino. Anche in questo caso ci vuole misura: basterà ruotarlo poche volte, attendere qualche secondo e cercare di individuarne il bouquet. Di seguito qualche esempio: il Prosecco di solito sa di pera, il Sauvignon Blanc di pompelmo, il Gewurztraminer di lichi, la Bonarda di fragola e il Cabernet Sauvignon di peperone verde. Sono solo poche indicazioni, ma possono aiutarvi a riconoscere qualche profumo in più.

Esame gusto-olfattivo: finalmente possiamo assaggiare il vino. Beviamone un piccolo sorso che servirà per avvinare la bocca pulendola da sapori precedenti ed espelliamo il liquido. Mettiamone in bocca un secondo sorso che dovrà accarezzare tutto il cavo orale e a questo punto, portando il vino nella parte anteriore della bocca, ispiriamo attraverso i denti in modo da stimolare le papille gustative. Muoviamo il vino nella bocca con la lingua e deglutiamo. Mastichiamo a bocca vuota in modo da valutare la persistenza del vino e gli aromi di bocca.

Che ne dite di provare? Il vino può essere un percorso meraviglioso di sensazioni ed emozioni, basta capirlo, rispettarlo e fare pratica. Ah naturalmente con moderazione!

GIORDANA TALAMONA