Il lavoro che svolgo ufficialmente ogni tanto mi da la possibilità di essere invitata in posti davvero interessanti. Parlo di ristoranti ovviamente, luoghi deputati a questi incontri di pseudo-lavoro.
L’ultima occasione mi ha portata al Pomiroeu di Seregno. Breve scorsa sul web per capire dove, cosa, chi e quando (non sono più molto aggiornata da quando relagata in questo lembo di terra lomellina).
Pare interessante: un ristorante che ha acquistato 1 stella Michelin (dovrebbe ancora valere qualcosa…) e 2 forchette Gambero Rosso grazie al talentuoso chef Giancarlo Morelli, e al suo creativo aiuto Fabio Moriconi, classe ’84 (mi fa sempre un pò effetto apprendere che persone che hanno 15 anni in meno di me non vanno più nel girello), colui che ha inventato il Risotto dell’Anno.

 

 

 

Il ristorante è all’interno di un cortile di una casa d’epoca (quelle che qui da noi si chiamano di ringhiera), ambiente molto intimo e raccolto, tanto verde e un ciotolato d’ingresso perfettamente tenuto che mi massacra i piedi (ho i tacchi a spillo). Fa molto caldo e noi, piazzati nel cortile interno, siamo forse i più penalizzati dato che non esiste una pala che possa darci un minimo di refrigerio.

 

 

 

La tavola è bellissima, niente di kitch o pacchiano. Tovaglie di lino (peraltro un lino bellissimo), posate in argento, sottopiatto in vetro satinato che vira al verde acqua e un centrotavola costituito da un vaso di vetro colmo d’acqua con all’interno alcune mele verdi (le granny smith). Il tovagliolo è tenuto da un nastrino di raso lunghissimo grigio perla, che scende giù oltre il limite del tavolo. Bicchieri da degustazione. Anche le sedie son comode (un dettaglio da non sottovalutare mai).Mi piace!

 

 

 

In tavola eravamo in 8 e non mi è stato possibile assaggiare le portate di tutti, ma vi dico quanto ho potuto fare.

 

 

 

Aperitivo

 

 

 

Champagne (Giordana…boh non so dirti altro ma, a costo di apparire fuori luogo, allo champagne preferisco altri vini), che ti serve il sommelier e che poi ripone in un rinfrescatoio lontano dal tavolo. E’ lui che dice come e quando.
Poco dopo arriva un quadruccio di testina di vitelloimpanata e fritta con riduzione di aceto balsamico e purè di mele. Panatura eccellente e molto gradevole il connubio con il purè di mele. La consistenza della testina va a gusto. A me piaciuta, ma c’è chi l’ha rovesciata nel piatto del vicino;  ma questo non ha nulla a che fare con la qualità della preparazione.

 

 

 

Antipasto

 

 

 

Fiore di zucchina farcito con porcini croccanti e robiola delle Langhe su pesto di basilico e pinoli. Voto: 8
Tartara di scamone con sfoglie di ventresca e quenelle di melanzana al cerfoglio, per il mio sfortunato vicino (che ha una tizia come me che continua a chiedere: scusa…posso?). Il connubio carne e pesce in questo caso non mi esalta. Ottima la carne.
Terrina di verdure estive con filetto di pesce persico in carpione e centrifuga di cetrioli: ho sentito commenti estasiati.

 

 

 

Primo
Scegliamo cose molto diverse.
Io sono tentata da due piatti: gli spaghetti Cacio e pepe con gambero rosso e tonno crudo e profumo di limone o il Risotto dell’Anno.
Scelgo gli spaghi, ma poi mi mangio anche il riso del mio vicino.
Gli spaghetti cotti benissimo, come è davvero difficile trovare. Decisamente molto al dente, forse un filo più indietro del dente, ma è come piace a me, con l’anima che fa ancora resistenza. Devo dire che non mi sono gustata questo piatto solo per ingordigia. Vedevo il risotto del mio vicino che aveva una mantecatura spettacolare. Per cui mangiavo uno ma sognavo l’altro. In ogni caso spaghetti decisamente interessanti .
Comunque la scelta di questo ristorante di proporre rivisitazioni di classici è abbastanza evidente.
Ma andiamo avanti. Il risotto che ho fregato al vicino: Riso mantecato alla ricotta di bufala leggermente affumicata e colatura di alici con battuto di gamberi rossi e tartufo nero. ECCEZIONALE. E non lo dico perchè è il risotto dell’Anno, insomma quello che ha ricevuto il premio di riso più buono del mondo (Concorso Premio Gallo). Io sono un’appassionata di risotti. Amo sicuramente più il risotto della pasta, voglio dire…dovrei intendermene! E sebbene il termine colatura di alici mi faccia sempre un pò effetto..beh che dire…un risotto cremosissimo, saporito ma delicato al tempo stesso, dove la ricotta affumicata non sovrasta la tartare di pesce e dove il tartufo nero finalmente si sente. Andate e mangiatene tutti.

 

 

 

Voto 9, 5, forse 10, non so, deve passare l’innamoramento.
Porzione di risotto forse un pò troppo abbondante.

 

 

 

Secondo

 

 

 

Ho preso il Rombo con taccole servito su una lastra di ardesia ( su una bella mattonella di tetto valdostano). Eccellente. Purtroppo ero già piena…

 

 

 

Il mio vicino ha preso un Magatello di vitello al punto di non ritorno con maionese di patate, capperi, acciughe e bocconcini di aragosta.
Mmm, ci hano lasciato intendere ad una rivisitazione molto fantasiosa e chic del vitello tonnato.
In questo caso mi sento di dover spendere una critica. Il vitello tonnato sarà anche fuori moda, anni 80, da pranzo della domenica, pesante… ma è un cult, uno stracult. Certe cose non si possono toccare senza creare imbarazzi o perplessità, analogamente ai remake di alcuni film d’autore. Comuqnue non ho trovato questo piatto particolarmente degno di nota. Voto: non so.
Non l’ho assaggiata, ma pare che la Cotoletta alla milanese fosse ottima.

 

 

 

Dolci

 

 

 

Non ho assaggiato i sorbetti che avevano un aspetto molto invitante e sono stati serviti in 3 varietà, in vasetti di vetro  – uno per ogni gusto. Ma la meringa con la chantilly e la zuppetta di ciliegie mi hanno deluso. Diciamo che la pasticceria (che ho potuto assaggiare) è la cosa che mi è piaciuta di meno. Voto: 6

 

 

 

Pane

 

 

 

Molto vario e ottimo, soprattutto i grissini e il panfocaccia.

 

 

 

Vino

 

 

 

Mi è piaciuto il Gewürztraminer Nussbaumerhof Cantina Produttori Termeno (anno? non so, non ‘ho scelto io e poi è sparito nel solito rinfrescatoio), altri hanno scelto un Cabernet Sauvignon non assaggiato. Solo una grappa di moscato molto morbida, davvero eccezionale.

 

 

 

Ottimo servizio anche se forse un filo troppo “presente” per i miei gusti. Insomma, non si interrompe una conversazione per capire se il risotto è stato gradito.

La carta per le signore è senza prezzo. La cosa non è sempre così ovvia, anche in ristoranti di un certo calibro. Tra l’alto io apprezzo sempre molto: posso ordinare  il tartufo facendo finta di ignorarne il prezzo. Però mi chiedo: in questi tempi emancipati, se paga lei, come si fa? Bisogna dirlo prima?

 

 

 

Ah, ci hanno fatto anche un regalo, molto apprezzato:  “Guida Gallo. I 101 risotti dei migliori ristoranti del mondo” edito da Giunti, 8° edizione. Mi sa che li farò tutti.
Questo ristorante è emerso anche per aver vinto un altro contest con un sandwich. Tutto qui per i paninofili.

 

 

 

Mi spiace, non vorrei deludere qualcuno, ma mi dimentico sempre la macchina fotografica a casa, per questa volta beccatevi le mele verdi.

 

 

 

Voto compelssivo : 8,5