wein tedesco

Un giro in Germania vale un’intera vacanza, non solo per le belle Alpi Bavaresi, per la Valle del Reno o per Berlino, ma anche per gustare i loro vini, eleganti e raffinati, come il Riesling che qui si esprime massimamente per longevità e finezza. Germania, terra di vini in perenne equilibrio tra residuo zuccherino e acidità. Questa definizione, forse, rende l’idea di cosa ci si può aspettare. Il clima gioca molto o tutto nella maturazione dell’uva, ad una latitudine dove, anche d’estate, le temperature non sono mai troppo alte. Questo significa che occorre sfruttare quanto più possibile il sole, piantando i vigneti in collina, rivolti a sud, o in prossimità di corsi d’acqua che rifrangono la luce. Poco sole significa maturazione lenta, vuol dire vini meno alcolici rispetto ai nostri, nei quali rimane un residuo zuccherino non svolto che si equilibra grazie alla loro piacevole acidità.

Il territorio tedesco ha 103mila ettari vitati, con una filosofia produttiva che spinge la Germania verso rese ancora piuttosto elevate rispetto a Francia e Italia, in media 132 quintali per ettaro che scendono a 80 quintali nei vini di altissima qualità.

Il 72% della coltivazione è riservata ai vitigni a bacca bianca: Riesling renano (21%), Muller Thurgau, Rieslaner, Sylvaner, Gewurtraminer, Kerner, Bacchus, Pinot Grigio, Pinot Bianco ed incroci.

Il rimanente 28% della produzione è per i vitigni a bacca rossa: Pinot Nero (10%), Trollinger, Riesling Nero ed altri minori. In questi ultimi anni si sta assistendo a una nuova tendenza che vede l’utilizzo delle uve a bacca rossa sia nei vini dolci (ad esempio nei TBA botritizzati da Pinot Nero), che nei Sekt, gli spumanti Metodo classico e Charmat, con vinificazione in bianco.

Lo zucchero che si crea naturalmente nei grappoli è sinonimo di qualità, in questa terra fredda che fatica a far maturare l’uva, quindi non ci si stupisca che la classificazione dei vini segua il principio del crescente grado zuccherino. Anche per questo la gradazione dei vini tedeschi è misurata in Oechsle, abbreviato °Oe, che indica “di quanti grammi, il peso di un litro di mosto supera quello di un litro d’acqua“. Seguendo questo principio, la legislazione tedesca ha indicato la classificazione dei livelli di qualità:

DEUTSCHER TAFELWEIN (vini da tavola secchi),

LANDWEIN (dal Troken all’Halbtrocken, ossia dal secco all’amabile),

QBA (Qualitätswein bestimmter Anbaugebiet) produzioni di qualità base,

QMP (Qualitätswein mit Prädikat) di qualità superiore suddivisi in sei vini con predicato:

Kabinett, primo e più leggero dei vini con predicato, con grado zuccherino non è elevato,

Spatlese, vendemmia tardiva,

Auslese, vendemmia selezionata,

Beerenauslese, vendemmia di acini selezionati,

TBA, raccolta di acini selezionati “secchi”, cioè appassiti sulla pianta, a causa della Botrytis o della vendemmia tardiva.

Oltre a questi occorre anche ricordare gli Eiswein, i cosiddetti vini di ghiaccio. Si tratta di uve vendemmiate qualche grado sotto lo zero e vinificate immediatamente quando gli acini sono ancora congelati. Questo provoca una separazione tra la parte acquosa e l’estratto secco, quindi il mosto risulterà ricco di zucchero e sostanze odorose concentrate. Le caratteristiche sono quelle di un vino finissimo, con grande complessità e intensità olfattiva.

La piramide qualitativa tedesca, secondo una legge del 1994, prevede 13 grandi Denominazioni d’Origine, 39 distretti vitivinicoli e 2632 vigne qualificate (negli anni Sessanta se ne contavano oltre 30mila).

Hessische Bergstrasse, è una zona piuttosto piccola della Germania occidentale dove si coltiva principalmente il Riesling Renano e qualche vitigni ibrido.

La Ahr, regione a nord della Mosella con i suoi 500 ettari vitati, è particolarmente vocata per i rossi, con una coltivazione di Pinot Nero che supera il 50%. “Stranamente – rileva Bonera – visto che è una delle zone vitate più a nord, dove ci si aspetterebbe un’alta percentuale di vitigni a bacca bianca. I Pinot Nero che si producono qui hanno un colore molto scarico, quasi paragonabile a dei rosati, poco strutturati con un titolo alcolometrico volumico massimo di 12%”.

Baden che si estende a sud-ovest, è una regione vinicola molto grande, bacino dei Deutscher Tafelwein, i vini da tavola tedeschi.

La Franconia, nel centro-sud, è un territorio di grandi produzioni, con un’alta percentuale di Riesling e di incroci tra i quali Muller Thurgau e il Rieslaner.

Nella Mittelrhein, la zona del medio Reno, c’è un’ottima produzione di Riesling, mentre nel Palatinato si trova principalmente il Gewurtraminer. Questo vitigno non supera, in tutta la nazione, i 500 ettari vitati, poco più dell’Italia che ne registra 430 ettari concentrati soprattutto in Alto Adige e Trentino, con una piccola percentuale presente anche in Valle d’Aosta.

La Mosella è una zona vitivinicola piuttosto estesa, con una concentrazione di Riesling che supera il 60% nei quali, per tradizione, è possibile trovare una concentrazione zuccherina piuttosto alta.

Nahe, regione che prende il nome dall’omonimo fiume affluente del Reno, è la zona in cui, in questi ultimi anni, si è registrato un’importante ammodernamento vitivinicolo: in vigna sono state abbandonate forme di allevamento arcaiche a favore del guyot, della spalliera e del cordone speronato; in cantina le botti grandi hanno lasciato il posto alle vasche d’acciaio coibentate e alle barrique. Non a caso, dopo questi interventi, la Nahe ha iniziato a guardare ai mercati internazionali molto più di qualunque altra regione tedesca.

Il Rheingau è uno dei territori d’elezione dei Riesling renani dove si producono vini che, per tradizione, sono secchi o con un basso residuo zuccherino.

Nel Rheinhessen, estesa per oltre 24mila ettari, si trovano vaste produzioni che interessano tutti i vitigni tedeschi.

Le regioni di Saale Unstrut e Sachsen, che facevano parte dell’ex Germania dell’Est, dopo la riunificazione hanno fatto un salto di qualità significativo, specializzandosi principalmente nella coltivazione di Riesling, Gewurtraminer e Muscateller (il classico Moscato Giallo altoatesino, meno aromatico al naso e con una minor tendenza amaricante al palato).

Württemberg, è una piccolissima regione vitivinicola, quasi sconosciuta all’estero, dove si produce principalmente il Riesling.

vino tedesco

Vi suggerisco alcuni vini provati recentemente ad una serata di Ais Milano. La degustazione che riporto è stata tenuta da Nicola Bonera, miglior sommelier d’Italia 2010. Il mio preferito ? Senza dubbio il Godramsteiner Munzberg – Muskateller Auslese 2009 – Reholz… una favola tedesca! Altro che Pifferaio Magico, datemene una bottiglia e vi seguirò in capo al mondo!

Eschendorfen Lump – Kabinett 2009 – Horst Sauer – Riesling. Al naso è floreale (calla), fruttato (frutta bianca, pera), con delicato profumo di Marsiglia, forte nota verde e agrumata (cedro e mandarino). In bocca ha discreta persistenza, con buona sapidità e acidità.

Guntersblumer Steig – Terrasse – Gewurztraminer – Spatlese Trocken 2008 – Manz. L’aroma classico del vitigno si esprime in maniera meno aggressiva rispetto a quello coltivato in Alto-Adige. Si approccia al naso in maniera garbata, elegante, ma con meno speziatura. Emergono note fruttate e floreali (lavanda), tenue vanillina e crema per le mani. Grande morbidezza al palato con ritorni di frutta e leggera, delicata speziatura.

Chardonnay – R Hansjorg 2009 – Rebholz. Sentori di crema pasticcera, burro, frutti tropicali (banana), arachidi tostate, humus e sottobosco. In bocca emerge l’aroma del legno, ma in maniera non aggressiva, con note delicate e buona freschezza. Bella beva, quasi facile, con toni salmastri a più riprese.

Lorenzhofer Spatburgunder – Trocken 2007 – Karlsmuhle. Il vino è stato servito ad una temperatura 14°C. Al naso emerge una nota di affumicato che risulta troppo eccessiva e sopra le righe. Meglio in bocca che al naso, dove l’aroma di cenere e tabacco si smorza enormemente. Pochi tannini.

Godramsteiner Munzberg – Muskateller Auslese 2009 – Reholz. Intenso al naso con aroma balsamico (eucaliptolo e menta), caramello e confetti, sambuco, resina di pino. Buona freschezza che emerge anche all’olfatto. Elegante, quasi sofisticato. In bocca si sente lo zafferano, lo zenzero, il caramello e il marzapane. Dolce e cremoso, chiude con una grande finezza gustativa.

Huxelrebe – TBA 2005 – Manz. Questo vitigno è nato da un incrocio tra Chasselas e Muscat. Appena avvicinato al naso emerge il pompelmo rosa che, dopo poco, lascia il posto al frutto della passione. Abbastanza complesso e abbastanza fine. In bocca è dolce, con una morbidezza ridondante che lo rende quasi pastoso. Poca acidità.

GIORDANA TALAMONA