confettura fichi e rum3 (1 of 1)C’è qualcuno che mi scrive per  sapere che fine ho fatto. Dato che a quasi tutto c’è una spiegazione, e se c’è, una spiegazione non la si nega a nessuno, quello che vi posso dire è che sono stata semplicemente a dieta. Il motivo? Due chili in più, presi tutti nel post precedente.

Ma dato che preferisco – non avendo mai avuto problemi di sovrappeso – rimediare prima che faticare troppo poi, ho inteso seguire la dieta del momento e perciò sospendere per poco tempo il blog, onde evitare di propinarvi vivande imbarazzanti, quali sono i rotolini di fesa di tacchino ripieni di rucola, insalate di riso a base di depresse verdure bollite, tonni al naturale come spuntini,  pasti a base di granaglie che ricordano più i pastoni per le galline o orrende frittate a base di albumi d’uovo e cacao amaro (chiaramente senza zucchero, ma dolcificati con l’ultimo ritrovato della corrente tutta sana e naturale: la stevia; una roba urenda. Rispariate i tanti soldi che sta schifezza vi costa e andate alle giostre).

Per farla breve la faccenda sta in questi termini: d’accordo con mio marito abbiamo deciso di intraprendere insieme questo percorso salutistico-terapeutico. Siamo stai irretiti dall’ultima dieta del momento, quella del Supermetabolismo. Nome e dieta allettante, che arrivano (ovviamente) dagli States, che promette molto e mantiene in base alla fortuna individuale e al livello di sopportazione.

In sostanza l’autrice, una biologa, sostiene che se non riesci più a dimagrire è colpa del tuo metabolismo lento. L’associazione di alcuni alimenti e l’eliminazione di altri ti porta a riattivare, per sempre (ma, attenzione, con alcune accortezze), e in soli 28 giorni  –  il tempo di una rivoluzione lunare – il tuo metabolismo, sicché tu possa tornare a mangiare senza sensi di colpa anche la torta di compleanno e soprattutto senza ingrassare mai più. Mai. Più.

A poco a poco ti trasformerai da donna a fornace.

Il sensazionalismo desta sempre qualche sospetto, ma il libri bisogna pur venderli, trovarsi un lavoro anche e, soprattutto, la prima legge del marketing dice che le persone preferiscono credere alle belle notizie che a quelle brutte.

Ora non voglio stare qui a discutere sul fatto se questa dieta funzioni o meno. La dieta funziona, magari non esattamente come la dà ad intendere la Pomroy (ovvero i favoleggiati 10 kg in un mese) ma io di kg ne ho persi 3 e mio marito 4 in 21 giorni. In definitiva non male, ma come una qualsiasi dieta che venga rispettata alla lettera e seguita da persone che non hanno particolari problemi di salute o problemi col metabolismo degli zuccheri o disfunzioni ormonali.

Ma il punto è un altro.  Questa dieta ti dice che mangerai tantissimo, benissimo e ti sentirai in forma come mai in vita tua. E questo porta, con il passare delle settimane, a rimanerci un po’ male.

La tua rinascita dovrebbe avvenire grazie all’applicazione di alcuni dogmi ineludibili: elimina il caffè, lo zucchero, il latte animale e tutti i latticini, la farina di frumento e tutti i suoi derivati, il mais, le patate, la soia e tutte quelle cose che, per un verso o per l’altro, innalzano il tuo indice glicemico o interferiscono con la smobilitazione del grasso. Indi tornerai (o diventerai) bella e sana. Tuttavia le spiegazioni sui divieti sono piuttosto verbose e a volte non del tutto chiare, ma io non sono un medico, se quindi siete interessati all’argomento vi consiglio di leggervi il libro e poi di porre le vostre domande a un dottore qualificato. Ma, capirete bene, che, togliendo di qui e di lì, ciò che rimane è ben poco.

La prima obbiezione che faccio è che non è vero che mangerai tanto. Mangerai come in qualsiasi dieta da 1300 calorie (e alcune volte anche meno sebbene in questo regime non si parli mai di calorie), ma dato che nei primi quattro giorni della settimana sono praticamente banditi tutti i grassi, quindi anche i due cucchiai di olio normalmente concessi nelle diete convenzionali, e nei due centrali pure tutti i carboidrati, va da sé che in questi 4 giorni potrai permetterti discrete porzioni di cibo, tanto da non soffrire la fame, e inizierai a perdere peso come un palloncino che si è forato. Per rendere il regime più equilibrato, e sopportabile, si passa, poi, nel week end a 3 giorni di baldoria (o almeno così  interpreterai questa fase nelle due settimane iniziali prima di incattivirti contro tutto il genere umano): ok ai grassi buoni come oli e mandorle, a qualche carboidrato (35 gr di pasta di farro o di kamut, per intenderci), alle proteine e a tanta, tanta, tanta verdura.

La questione è che ti si vuol far credere che un regime siffatto, con i i debiti aggiustamenti e concessioni nella fase di crociera, possa essere perseguito come “sistema di vita”. E quindi entriamo nell’aspetto fideistico della dieta. I gruppi su FB, i forum e tutti gli altri “centri di confronto” hanno un certo numero di accoliti fiduciosi che fanno capo a degli amministratori piuttosto compresi nel loro ruolo, che ti indicano con sicumera la retta via. In questa dieta ci devi credere, se ti metti a polemizzare su alcuni punti un po’ deboli, commetti un’eresia e come eretico i Testimoni della dieta supermetabolica ti trattano. Non mi sembrava il caso di prenderla a male. Me ne sono uscita appena ho capito l’aria da religione monoteista che tirarava.

Secondo punto: mangiare bene (buono e sano). E qui devo dare ragione a mio marito. Forse le ricette proposte saranno un “mangiare bene” per la  popolazione media statunitense, che  non mangia, non degusta e non si nutre bene, ma ingurgita quotidianamente un buon numero di bidoncini dell’immondizia e per la quale questa dieta avrebbe pure un senso. Parlare di buon cibo in Italia (ma toh! anche in Francia o in Spagna) diventa più complicato. Il confronto è penoso. Non solo perchè buona parte del patrimonio agroalimentare mediterraneo è dimenticato e in fondo giudicato come insano, ma perché buona parte delle ricette proposte sono da far accapponare la pelle. Avete provato a far la besciamella con il latte d’avena? Ecco, non fatelo. Avete provato a realizzare delle meringhe con polvere di cacao amaro e stevia? Dimenticatele. E che dire della pizza di cavolfiore? Assolutamente nulla.  Certo ti puoi dedicare a zuppe di legumi  – se però non soffri di colite –  e poi cariolate di proteine sotto forma di carne e pesce. Non  potendo alternare la dieta con formaggio e uova (il cui consumo “per intero” è molto limitato), ti porta ad avere modeste alternative e un carico renale che forse sarebbe il caso di verificare.

Certo poi ci sono i carboidrati concessi e le farine, diciamo, alternative: farro, segale, avena, orzo…Ma a parte che lavorare queste farine è piuttosto complicato, dato il loro modesto sviluppo glutinico, sicché ti ritroverai inesorabilmente dei pani e pizze gnucche come un castagnaccio, hanno anche un gusto a cui devi abituarti, se ci riesci. Io per esempio non ci riesco.

Terza questione: il costo. Avete presente il costo di mezzo kg di pasta di farro, di un kg di farina di grano germogliato? Questa dieta costa una fortuna. Quasi come la Dukan. Certo puoi evitare alcuni alimenti ma a questo punto l’elenco si restringe pericolosamente. Tutto deve essere bio, dagli insaccati, alla carne, dalla vedura alle farine. Non si transige. Il mantra è: ne va della tua salute. Rifornisciti al bancomat e vai al Naturasì. Fai la spesa settimanale come se avessi comprato una pochette di Hermes e esci felice e già più leggera (in tutti i sensi). Insomma, questa dieta te la devi poter permettere.

Quarto: essere in forma smagliante. Ho passato metà della prima settimana con un mal di testa perforante. Disintossicazione da caffeina. Può essere. Il punto che io al caffè non riesco a rinunciare, per cui son passata  – come deroga non concessa – dall’orzo al caffè decaffeinato. Anche questo bio. Una roba immonda. Inoltre, la mancanza di alcuni alimenti, la drastica riduzione di altri e l’introduzione di alimenti integrali mi ha portato ad avere una nausea e colite quasi costante. Poi, nei giorni centrali “della carne” sembravo un dobermann impazzito. Vi assicuro che fare colazione con quattro fette di tacchino freddo e degli spinaci al limone non ti apre la giornata nel migliore dei modi.

Quinto aspetto: Funziona? Sul quanto dimagrisci dipende. Se pesi 180 kg magari 10 kg in in un mese li perdi pure, ma per chi come me vuole perdere di pochi kg presi durante gli stravizi vacanzieri, perderà si è e no 4 kg in un mese. Insomma come la Dukan, la Zona, la dieta del nutrizionista della palestra.

Quindi, ripara il metabolismo? Boh! Le testimonianze sono molto varie e controverse, ma onestamente non ci credo, a meno di non dover stare in questa dieta per tutta la vita, ma è chiaro a chiunque che riducendo drasticamente il pane, la pasta, le patate, i formaggi e i condimenti riuscirai a tenere un peso che vuoi anche senza seguire questa dieta. Dopo la dieta e l’attività fisica di supporto io e mio marito ci siamo concessi una vietatissima pizza. Volevamo vedere se la dieta aveva aggiustato il metabolismo. Una pizza baby per l’esattezza, diametro 20 cm, una bottiglia di acqua e nulla più. Il giorno dopo la bilancia mi ha regalato 300 gr in più.

Sesto: Ha senso (per me) una dieta così? Se si tratta di farla una tantum magari sì, assurgerla a sistema di vita no. Anche le diete perchè funzionino sul lungo periodo ti devono piacere, devo gratificare almeno minimamente il palato e devono avere la possibilità di poter infrangerla ogni tanto senza che questo comporti la minaccia di invalidazione.

Ora, cosa centra tutto ciò con la ricetta di oggi?

Centra perché se il porridge è piacevole mangiarlo ogni tanto, per me la colazione è fatta da caffelatte, pane e marmellata. Possibilmente casalinga come questa con prugne brune e un goccio di Rum per renderla piacevolmente aromatica (e per accompagnarla a delle crostate superbe). Lo zucchero è al 50%  bianco e muscovado.

Insomma dopo 28 giorni si può essere felici anche facendo soltanto una colazione così.

 

confettura fichi e rumcoltello 1(1 of 1)

Ricetta

(per 3 vasetti)

 

Ingredienti

  • Prugne stanley, 1400 g
  • Zucchero, 400 g
  • Zucchero muscovado, 400 gr
  • Limone bio, 1
  • Vaniglia, 1/2 bacca
  • Rum, 1 bicchierino da liquore

 

Lavate la frutta. Spaccatela in 2  e metettela in una ciotola con lo zucchero, il limone – tutto: succo e bucce – la vaniglia e mezzo bicchierino di Rum. Lasciate “riposare” per una notte. Ripigliate il tutto e mettetelo in una casseruola. Portate  a ebollizione e cuocete per circa 30 minuti, mescolando. Spegnete, aggiungete il Rum residuo e invasate ancora calda in vasi di vetro sterilizzati.