orange1 (1 of 1)Manco sapevo che le arance amare si potessero trovare solo una quindicina di giorni l’anno e poi…puff.

Come il tartufo direi.

Il mese è quello di gennaio, per cui siete già un po’ fuori tempo massimo, ma si può sempre provare. Io ho una casa degli agrumi a pochi chilometri da casa mia. Vende solo agrumi siculi.

Non ha le arance amare a catalogo, ma si possono sempre ordinare.

Sono bruttocce, bitorzolute e piccoline, ma il loro fascino risiede nel gusto amaricante molto persistente. Crude sono immangiabili, dunque la cosa più sensata che possiate fare con codesti frutti è la famosa marmalade inglese. E gli inglesi sono maestri in questo come in poche altre cose.

Anni fa da  Fortnum & Mason apprezzai molto un esteso reparto solo di marmellate al cui interno esisteva un sottoreparto altrettanto esteso costituito unicamente da marmellate di arance amare. Diciamo che lì hanno una specie di ossessione per questa variante.

reparto marmelade Fortnum & Mason

reparto marmelade Fortnum & Mason

Io la amo particolamrente. Sul pane tostato con un pò di burro. Non pensiate che possa piacere a tutti. A casa mia soffrono molto del fatto che raramente rifornisco la dispensa con marmellate per gusti basici e normali: di fragole o albicocche, per esempio; da queste parti solo composte al fico d’india, al chinotto, alla rosa canina, ecc. Per dire…

Sappiate che l’arancia amara ha un forte potere aperitivo, poichè attiva potentemente le ghiandole deputate al riconoscimento del gusto amaro e ciò vi farà salivare come un molosso. Se siete a stecchetto tenetene conto.

Insomma, era da un po’ che questo post giaceva nelle segrete del blog. Gli attacchi di pigrizia acuta che mi prendono in questa stagione mi coinvolgono a 360° (sapete che ho una lista dei termini proibiti? 360° appartiene alla categoria. Non crediate che lo usi abitualmente).

E’ che va bene cucinare, va bene fotografare, ma davati al monitor bianco ho il blocco da monitor bianco, poi la ricetta di ‘sto post è di una lungaggine. Pigrizia, dicevo. O forse sto mettendo via le energie per la primavera prossima ventura.

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Tornando alla ricetta potrete trovare nelle foto, e nell’elenco qui sotto, alcuni esperimenti interessanti che è possibile fare con le arance amare come con ogni altro agrume disponibile.

La ricetta che riporto è, però, solo quella della marmellata classica.

Oltre a questa ho realizzato:

– marmellata con zucchero di canna, fette di arancia e noci

– pasta di arance amare

– polvere di arance amare

Ricetta originale qui

orange10 (1 of 1)Ricetta

  •      Arance amare, 1 kg
  •      Zucchero, 2 kg
  •      Acqua , 2 litri
  •      Limoni, 2 ( 100 ml)

Lavare le arance e asciugarle, scegliendo gli esemplari migliori.

Spremete il succo di tutte le arance poi mettetelo da parte. Mettete da parte anche i semi e le pellicine interne che risulteranno dopo la spremitura (potete staccare le pellicine con un coltellino). Vi serviranno per produrre pectina.

Ora pensate alle bucce. Rimuovete il mesocarpo (la parte bianca) e poi tagliate la buccia in pezzi delle dimensioni che preferite (io molto fini). Riunite semi, pellicine e mesocarpo in un telo di lino molto fine (o mussola, batista, cotone)

Riunite succo, buccia tagliata e il sacchettino di cotone con dentro gli “scarti” in una ciotola grande e coprite con 2 litri di acqua. Lasciate in ammollo per una notte o al massimo di 24 ore. Questa operazione aiuta ad ammorbidire la buccia e a rilasciare la pectina .

Trasferite il tutto in una grande pentola, coprite e portate ad ebollizione, poi fate sobbollire per circa 2 ore o fino a quando la buccia è tenera e si rompe tirandola delicatamente;  il contenuto della pentola, nel frattempo si sarà ridotto di circa un terzo. Rimuovere il sacchetto, spremetelo contro la parete della pentola cercando di estrarre quanto più succo/pectina possibile.

Solo adesso aggiungete il succo di limone e lo zucchero. Portate il composto nuovamente a ebollizione , mescolando finché lo zucchero si è sciolto. Fate bollire ancora per altri 15 minuti circa mantenendo una leggera ebollizione. La marmellata è pronta quando la massa di bolle spumeggianti sulla superficie sono scomparse e il composto risulta essere spesso e lucido. Fate quindi la prova del piattino: fate cadere su un piattino poca marmellata, dopo un minuto, inclinando il piattino, il vostro composto dovrebbe scendere molto lentamente per poi fermarsi. Io non amo la marmellata troppo gelatinizzata, per cui evito di  cuocerla troppo.

Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare per alcuni minuti, ciò per consentire alla buccia di distribuirsi in modo uniforme, se infatti si versa la marmellata quando è ancora troppo calda, la buccia tenederà a galleggiare nella parte superiore del vaso. Dunque versate in vasetti sterilizzati e sigillare immediatamente.

arance

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