L’altra sera ho fatto una piacevole scoperta! Quale? Che per bere un buon bianco di Borgogna non si debba necessariamente accendere un mutuo o vendere l’auto! Certo, non si deve andare sui vini blasonati della Cote d’Or o dello Chablis, con quelli sei certo di spendere certe cifre, talvolta per prodotti non proprio eleganti.

Così quando sono andata al ristorante Il Chiodo di Usmate per una serata sui vini della Cote Chalonnaise e del Maconnais, due zone della bassa Borgogna meno note e blasonate, è stato bello scoprire dei grandi vini a prezzi accessibili. Ad onor del vero un tempo la Cote Chalonnaise, in particolare, era conosciuta per la produzione di vini mediocri, ma col tempo questa nomea è completamente scomparsa tanto che alcuni prodotti hanno ottenuto anche la denominazione di Premier Cru.

La media è sui 20-30 euro a bottiglia, cifra di tutto rispetto per carità! Chi si fosse scandalizzato sappia che la media delle altre zone è mooooltoooo più alta, ben oltre il doppio per sfiorare cifre da capogiro.

Questi i vini che ho degustato durante la serata:

Macon-Pierreclos – Tri de Chavigne – Guffens – Heynen – 2009: colore paglierino brillante, con buona consistenza. Al naso sprigiona immediatamente un delicato profumo di banana, intervallato al fiore del sambuco, e via,via note speziate date dal legno. Un bouquet elegante dove il passaggio in legno non ha coperto il varietale del vitigno, ma semmai l’ha esaltato. Note tostate in chiusura. In bocca è sapido e fresco. Fine.

Rully Premier Cru – Eric de Suremain – 2005: giallo paglierino. Al naso è opulento e grasso, ben diverso dagli altri. Scompaiono le note agrumate, la banana e la tostatura. In questo vino si sentono delle chiare note di burro. Perfetta corrispondenza naso-bocca con in più una piacevole freschezza e sapidità.

Saint-Véran – Vigne de Saint Claude – Verget – 2007: colore paglierino intenso. Naso elegante, molto minerale, con richiamo di scorze di mandarino e citrino. Ritornano la banana matura, le spezie dolci e la caratteristica tostatura. Si percepisce una nota quasi affumicata. Elegantissimo in bocca, sapido, con aroma di ardesia che richiama la mineralità olfattiva. Equilibrio pressoché perfetto tra durezze e morbidezze.

Viré Clessé – Cuvée E.J. Thevenet – Domaine de la Bongran – 2004: bellissimo colore dorato brillante. Potente, molto complesso, con soffi di banana stramatura, confettura di pesca, albicocca disidratata, burro, miele, erbe aromatiche. Minerale con traboccanti note di idrocarburi. Sorso caldo, avvolgente, fine ed elegante. Sapido.

Una delle massime espressioni tra gli Chardonnay del mondo“, secondo il relatore che teneva la serata, il mitico Guido Invernizzi. Totalmente d’accordo!

Macon Villages – Cuvée Botrytis – Domaine de la Bongran – 2001: oro brillante. Naso di notevole eleganza, con un ventaglio olfattivo sontuoso di zafferano, frutti tropicali, agrumi canditi, spezie dolci che rincorrono le pesce sciroppate e il miele. In bocca dolce, elegante, bilanciato dalla perfetta freschezza.