Questa non è una ricetta ma la storia di un abbinamento, uno di quelli un pò inaspettati. D’accordo, i due soggetti girano nello stesso ambiente, negli stessi periodi, ma non sembrano fatti l’un per l’altra…e invece… Un pò come la faccenda di Carlo e Diana: chi se lo sarebbe aspettato che alla leggiadra vergine d’inghilterra lui le preferisse il navigato rottweiler Camilla?

 

Gossip (anche un pò datato) a parte, questo semifreddo l’ha partorito la mia mente avida di nuovi abbinamenti e golosa dei frutti autunnali, nonchè di semifreddi e dolcetti da scucchiaiare mollemente distesi a contemplare gli ultimi scampoli d’estate.

Per mangiarlo, però, vi consiglio il bavaglino soprattutto se, come me, siete ancora di biancolinovestita. Il sugo d’uva fragola è una golosità oltre i limiti immaginabili, ma tinge come una seppia: basta vedere la propagazione sulla preparazione in foto. Sono bastati 2 secondi e splat! l’incontaminato dolcetto è stato macchiato per sempre. Vabbè…non so quanto la cosa possa interessare.

 

Passiamo alla ricetta e al nostro semifreddo che in seguito chiameremo SF.

 

RICETTA

 

Ingredienti

 

    • Fichi, 500 gr

 

 

    • Fichi secchi morbidi (tipo quelli della Noberasco),  150 gr

 

 

    • Ricotta vaccina freschissima, 200 gr

 

 

    • Panna da montare, 250 gr

 

 

    • Zucchero, 100 gr + 4 cucchiai per il sugo d’uva

 

 

    • Armagnac, 1 bicchierino da liquore

 

 

    • Uva Fragola, 800 gr già nettata

 

 

    • Cannella, chiodo di garofano, noce moscata

 

 

Lasciate in ammollo per almeno un paio d’ore i fichi secchi. Pulite i fichi freschi, privandoli della pelle, e frullateli insieme ai fichi secchi con il liquore. Se avete un omogenizzatore ancora meglio.  Lavorate la ricotta (che dev’essere buonissima e freschissima; per favore niente bidoncini in pvc, ma solo quella affettata dal formaggiaio di fiducia) con lo zucchero e poi unitela al frullato di fichi. Montate la panna e poi unite anche questa al composto appena realizzato. Mescolate bene per ottenere una crema uniforme. Riempite le formine (o una forma unica) con la crema e mettete in frigo per almeno 5/6 ore.

 

>Consiglio! Per evitare che il SF non esca più dalla sua forma una volta indurito, rivestite la stessa di carta forno, oppure fate come me: riempite dei comunissimi bicchieri di plastica che poi potrete agevolmente tagliare. Tra l’altro creano un bellissimo effetto “scalato” che contribuisce a catturare meglio il sugo d’uva.

 

Per il sugo d’uva. Pulite l’uva, sganatela e frullatela. Passatela attraverso un colino mediamente fitto, aggiungete le spezie e mettete sul fuoco con 4 cucchiai di zucchero, poi prendete un libro da leggere. Dimenticatevi (o quasi) del sugo per 3 o 4 ore. Lasciatelo cuocere a fuoco bassissimo (io ho usato anche lo spargifiamma). Deve ridursi e trasformarsi in un composto a cavallo tra la marmellata e lo sciroppo (una specie di vincotto ma più denso e meno colloso).

 

Ora componete il dessert: tirate fuori dal frigo il SF 15” prima di consumarlo. Intiepidite il sugo d’uva e solo all’ultimo versatelo sul SF. Una sciccheria sarebbe quella di portare lo sciroppo in tavola in coppettine (o bricchini) monoporzione in modo che ognuno si possa servire all’ultimo, da solo.

Dimenticavo, a casa è piaciuto tantissimo! L’uomo mi sta diventando raffinato…