Che buona l’abbinata burro-pesce. Anche quella con l’olio è apprezzabile ma è più scontata. In realtà, anche il burro, ora che ci penso, è un classico con i prodotti del mare (oops…e lago). Comunque, queste triglie al burro spumeggiate son venute proprio bene. Infatti il burro dona al pesce morbidezza e dolcezza. Le ho realizzate per un simpatico pranzo con amici, solamente che la foto non rende giustizia al piatto. Il punto è che io cerco di rendere le mie foto più illustrative che scenografiche, ma questa volta non avevo tempo di allestire il set: fotografate in tavola così come sono venute.

Dunque il piatto non è composto solo da filetti di triglia, ma anche da una frittellina di patate e fave che qui è sommersa dai pesciolini (e che si confonde e si intravede, insomma: aguzzate la vista!) Allora, il pranzo era tutto a base di pesce (il resto, poco alla volta, su questo blog) e come è mia consuetudine non servo mai piatti collaudati (amo il rischio…),tuttavia la fonte da cui ho reperito la ricetta è prestigiosa e attendibile: nienetepopòdimeno che La cucina Italiana del mese scorso. Mi sentivo di andare sul sicuro.

RICETTA (con lievi difformità)

 

Ingredienti (per 6 persone)

  • Filetti di triglia, 900 gr
  • Fave sgranate, 500 gr
  • Patate, 2 grosse
  • Scalogni,2
  • Burro, 250 gr.
  • Farina di semola rimacinata
  • Uova, 2
  • Latte, 2 bicchieri
  • Olio extravergine d’oliva
  • Timo, maggiorana, rosmarino, prezzemolo, menta
  • Insalata tenera
  • Vino, 1/2 bicchiere
  • Sale
  • Pepe in grani

La lista è lunga ma la ricetta lo è molto meno. Per prima cosa mettete le vostre triglie a bagno nel latte per almeno un’ora con rosmarino, maggiorana e timo.

Ora, prenedete le vostre fave e sbollentatele, privatele della pellicina che le ricopre e sminuzzatele grossolanamente. Lessate le patate con la buccia senza farle cuocere troppo, slasciandole un pò indietro di cottura. Pelate le patate e grattuggiatele a julienne con la grattugia apposita (quella a 4 lati; ricordate di non cuocere troppo la patata se no questa operazione si vanificherà poichè la patata diverrà una poltiglia). Salate e pepate. Unite a questo composto una parte degli scalogni soffritti con un filo d’olio che avrete sfumato con il vino. Miscelate il composto con le mani e create delle polpettine che schiaccierete formando dei tortini. Questi vanno cotti in una padella antiaderente fino a quando si rosoleranno.

Adesso prendete i rastanti scalogni e frullateli con prezzemolo e menta, pepe e 50 gr di olio andando a creare una salsina simile al pesto (io l’ho filtratata e ho usato solo l’olio aromatizzato).

Preparate il pesce. Prelevate i filetti dal latte, sgocciolateli e passateli nella farina e poi nell’uovo (proprio così…al contrario!), cuoceteli in una capace padella con parecchio burro 2/3′ per lato. Scolateli e salateli.
Componete il piattino seguendo quest’ordine:
  1. insalata,
  2. triglie,
  3. tortino,
  4. salsina.
…e non come ho fatto io: insalata, tortino, triglie, olio.
Vabbè, andavo di fretta.
VINO CONSIGLIATO
Questa volta il vino lo consiglio io (Giordana non me ne volere!) per il semplice fatto che Giordana a quel pranzo c’era, per cui è comunque lei l’artefice dell’abbinamento:
Oltrepò Pavese Doc Riesling Campo della Fojada 2008 (Ve lo posso dire? Davvero ottimo!)